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Medici di base, il rilancio mancato nel Dl sanità

Medici di base e presidi ambulatori saranno rivalutati nel Dl Rilancio, con un piano di investimenti pari a oltre 10 mln di euro per la la categoria.

I medici di base, sempre più all’avanguardia nel comunicare con i loro pazienti tramite sms e whattsapp, durante l’emergenza covid-19 sono stati in prima linea nel fronteggiare la pandemia e lo stato ne tiene conto.

Infatti, oltre 50 professionisti della categoria della medicina di base hanno contribuito a costo della vita nel fronteggiare la trincea del covid-19.

Il nuovo piano d’investimenti previsto con l’arrivo dei fondi Mes in Parlamento prevede una fitta riorganizzazione anche del medico “della ricetta rossa o di famiglia”, riconoscendone il ruolo nella salute pubblica sul piano territoriale e regionale.

In una popolazione in invecchiamento e soggetta a cure cronache, il Dl rilancio non toccherà la loro fisionomia professionale, ma riserverà una riorganizzazione proporzionale sulla base della popolazione territoriale.

Nella definizione di una sanità più forte, il ruolo del medico di base verrà rilanciato a partire dalla base provinciale. Ma ciononostante non va a toccarne la figura, divenendo una categoria non tutelata ad hoc nel nuovo piano d’investimenti, ma solo latamente.

Proprio l’assenza di un ruolo definito del medico di base, nonostante la fitta presenza con oltre 50mila professionisti della medicina di base su scala nazionale, dinanzi all’emergere della figura dell’infermiere di famiglia, intorno cui terrà a riassettare le carte la sanità italiana.

Quest’ultima si ritrova stretta nelle maglie di una sanità che ha mostrato nelle ore di tensione la difficoltà logistica e di apparecchiature nel momento del bisogno. Laddove dovrà aver un rapporto di vicinanza estremo col cittadino si ritrova scoperta su ambo i fronti e scarsi investimenti.

Nella riorganizzazione della medicina di base, il piano d’investimenti è  strettamente scarno secondo quanto lamentato dalla categoria.

A ciò si aggiunge l’assenza di fondi destinati per borse di studio di ricerca, la mancanza redistribuzione di apparecchiature radiodiagnostiche bloccate e i numerosi avvi in pensionamento che innescheranno trasferimenti e presenze vacanti in numerosi sedi.

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."