Amaro e crudele ama essere il dolore, graffiante e tagliente, costituito da una punta affilata, in grado di provocare danni ingenti. È affiliata, spesso, ad una sensazione di delusione, la quale sfocia in uno stato di afflizione. Basti pensare alla figura di Umberto Saba e alla sua poetica, impregnata di amarezza, tesa a volgere lo sguardo nel proprio mondo interiore. È, dunque, probabile che l’autore italiano abbia riconosciuto il dolore dell’esistenza, ed abbia poi accettato questa condizione di vita, con un atteggiamento di totale rassegnazione. Un poeta illustre come Saba è stato costretto a tollerare una condizione di tale sofferenza; anche Matteo Politano, prima o poi, si rassegnerà alle irragionevoli scelte di Roberto Mancini.
In questi ultimi due anni e mezzo, il lavoro del ct italiano è stato incredibile, l’Italia ha la possibilità di poter fare una figura importante all’Europeo. Ma alcune scelte del tecnico della Nazionale sono davvero così razionali? È davvero possibile che un calciatore come Politano non sia stato nemmeno tenuto in considerazione da Mancini? Nonostante le brillanti prestazioni sfornate, perché non è stato convocato l’ala del Napoli?
Queste domande sono cominciate a venire alla luce quando il ct Mancini ha decretato e diramato l’elenco degli attaccanti per le gare di qualificazione ai mondiali 2022 contro Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania. Se da un lato rientra il giovane portiere Alex Meret, fra i calciatori del Napoli fa rumore l’assenza di Matteo Politano, nella stagione del suo rilancio, senza ombra di dubbio una delle migliori della sua carriera da calciatore.
Nè i quotidiani, nè gli esperti, sono i numeri a confermarlo: sono 11 le reti stagionali e 4 i passaggi vincenti serviti ai compagni, con delle prove al di sopra della sufficienza. Il calciatore, inoltre, è sceso in campo ben 38 volte, tra Serie A ed Europa League, passando attraverso la Coppa Italia. Gli infortuni di Insigne e di Lozano hanno naturalmente “agevolato” il calciatore ed hanno indotto in più occasioni Gattuso a schierarlo titolare come esterno d’attacco nel tridente offensivo. Matteo Politano ha dimostrato di essere maturato sotto differenti aspetti, tra cui la fase difensiva, con sacrificio ed applicazione; le sue proprietà tecniche e le caratteristiche del gioco di Rino sarebbero state perfette anche per la Nazionale.
Le valutazioni chiaramente sono effettuate dal commissario tecnico; ognuno di essi, nel corso della storia calcistica, ha eseguito delle scelte, discutibili o no, chi più, chi meno. Sarebbe intrigante, senza alzare nessun polverone e criticare qualsiasi tipo di decisione, domandare a Mancini e capire i motivi delle convocazioni di alcuni calciatori come Bernardeschi, El Shaarawy e Grifo: le ultime prestazioni di Politano, infatti, sono state nettamente superiori e una spiegazione tecnico-tattica sarebbe gradita.
L’esterno del Napoli, dunque, è sicuramente amareggiato dell’esclusione della Nazionale, una potente fonte di dolore per un giovane che fino questo momento stava facendo davvero benissimo. Aveva conquistato con costanza e sacfricio una maglia da titolare, ma anche da subentrato è stato un’arma in più per gli azzurri; le sue accelerazioni improvvise erano necessarie per aiutare la squadra a penetrare le difese avversarie. Risulta, quindi, inspiegabile ed insensata la scelta di lasciare a Napoli questo calciatore, alla luce di una stagione davvero strabiliante, malgrado l’altelenante andamento del club campano.