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Matrimoni omosessuali: la legge 13/2005 in Spagna

I matrimoni omosessuali in Spagna sono legali dal 3 luglio del 2005.

La Spagna fu tra le prime nazioni occidentali a riconoscere i matrimoni omosessuali.

L’avevano preceduta soltanto Belgio e Paesi Bassi.

Così come accadde durante la Seconda Repubblica, quando la Spagna introdusse il diritto di voto alle donne, Madrid si mostrò all’avanguardia nel riconoscimento dei diritti civili.

Oggi sono passati quindici anni da quel 30 giugno del 2005.

In questa data il Parlamento di Spagna approvò una legge che legalizzava i matrimoni omosessuali.

In realtà la legge 13/2005 non parla per niente degli omosessuali.

Essa modifica l’Art. 44 del codice civile spagnolo. Prima della riforma esso diceva:

«L’uomo e la donna hanno diritto di contrarre matrimonio in conformità alla disposizioni di questo codice».

Adesso è stato aggiunto un secondo comma: «Il matrimonio avrà gli stessi requisiti e gli stessi effetti quando entrambi i coniugi siano dello stesso sesso».

La legge introduce piccole modifiche linguistiche in alcuni articoli del codice civile e della legge del 8 giugno 1957 sul registro civile.

Nel codice sino ad allora in vigore si leggeva “uomo” e “don­na”, “marito” e “moglie”, “sposo e sposa”, “padre” e “madre” ecc., adesso si parla di “coniugi”, “consorti” o “progenitori”.

Con l’entrata in vigore di questa legge, l’espressioni “coniugi” e “consorti” hanno nel ordinamento giuridico spagnolo il significato di persona sposata con un’altra.

Questo indipendentemente che esse siano dello stesso o di diverso sesso.

Ad oggi sono 100.000 le persone che hanno potuto sposarsi dal giorno del riconoscimento.

Hanno potuto raggiungere la dignità e non esser più cittadini di seconda classe”, ha detto all’agenzia Efe Alejandro Alder, rappresentante della Federación Española de Lesbianas, Gais, Transexuales y Bisexuales (Felgtb), che ha sottolineato l’importanza di quell’evento.

Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha detto oggi che i partiti politici devono lavorare “senza tregua” per il raggiungimento dell’uguaglianza reale e i diritti del collettivo LGTBI.

Ha ricordato infatti che “finché continuano ad essere vittima di aggressioni, o invisibilità sul posto di lavoro, bisognerà continuare a lavorare senza tregua” per l’uguaglianza reale in tutti gli ambiti della vita.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.