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Mastrodonato Luigi; un maestro dell’arte oggi dimenticato

Luigi Vincenzo Antonio Mastrodonato nacque a Napoli il 17 giugno del 1846, fu inizialmente istruito nelle lettere, per poi continuare la sua formazione nella decorazione a intaglio con il maestro Luigi Ottajano e nel disegno e nella plastica di figura con Stanislao Lista al Real Istituto di Belle Arti di Napoli. La famiglia abitava al Cavone , strada del quartiere Avvocata. Il giovane ebbe accesso ai Regi Studi all’età di 12 anni.

Nel 1869, come allievo di Luigi Ottajano, partecipò all’intaglio ligneo de I frutti della terra per la culla di Vittorio Emanuele III, disegnata da Domenico Morelli. La culla, esposta nella Reggia di Caserta, è frutto della collaborazione di diversi artisti e ha alla base una rete realizzata proprio da Ottajano e da Emilio Franceschi. Si tratta di un’opera che porterà al Mastrodonato una certa notorietà

La sua prima opera fu una toeletta in stile pompeiano per l’Esposizione Universale di Vienna del 1873. Due anni dopo partecipò alla Promotrice partenopea con una “specchierina”. Sposò Francesca Formati, figlia di un ricco commerciante con interessi in Turchia, fu forse questo a portarlo a sperimentare fantasiose tipologie decorative di gusto orientale.

All’esposizione romana del 1883 Mastrodonato presentò degli arredi  intagliati in noce e pero, un inginocchiatoio con un bassorilievo in argento e vari dipinti. Il <<Piccolo giornale di Napoli>> dirà di lui: è un artista geniale che ha una fantasia ricchissima di fregi….Egli è scultore come quelli che fanno le più ammirate statue, solo egli preferisce scolpire sul legno, anziché sul marmo…..Certamente non vi è alcuno in Italia, né a Parigi, che sappia come lui poetizzare il lavoro sul legno….Egli stupirà in vedere il legno trasformato in merletto….

A Napoli aveva lo studio a Mergellina 101 con mobili antichi del 500 e una cornice di proprietà del principe Luigi Pignatelli de Aragon. Ci consola sapere che il suo successo lo abbia portato a condurre almeno una vita agiata, a differenza del suo maestro Ottajano che finì povero e dimenticato anche dai contemporanei.

L’artista era amico dello scultore napoletano Vincenzo Gemito. Si tratta di un’amicizia di cui si conosce poco e nulla, ma di cui si hanno diverse testimonianze presso la famiglia Mastrodonato. Nella collezione di questa famiglia troviamo infatti un “busto di Anna” (moglie di Gemito).