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Mascherine: tra solidarietà e illegalità

Produce in casa mascherine per rivenderle tramite annunci on- line.
In un clima di paura e di solidarietà c’è sempre chi ne approfitta per delinquere.
Mentre in provincia di Avellino le suore del monastero benedettino di Mercogliano hanno trasformato l’opera di realizzazione di merletti in una vera fabbrica di mascherine, che come ricordato dalle stesse non sono a uso chirurgico, ma solo come ulteriore protezione della gente comune.
In Salento, trenta casalinghe con la passione per il cucito hanno realizzato 2500 mascherine, in puro cotone facilmente sanificabile con l’uso di vapore, distribuite in busta chiusa a ciascun cittadino del paese.
In contrasto con queste iniziative solidali c’è chi cerca di lucrare sulla paura e tante volte la disperazione degli altri.
Ad Acerra, un uomo di 48 anni è stato denunciato dai Carabinieri del paese.
I militari hanno perquisito l’abitazione dell’uomo trovando 22 mascherine.
Presente in casa, anche, materiale per la produzione di nuove protezioni come elastici, supporti in gomma e colla. Il tutto è stato sequestrato e sono, ora, in corso accertamenti per appurarne la provenienza.
Non è questo il primo caso di speculazioni, in questi giorni.
A Casoria, ieri pomeriggio, durante un controllo svolto all’interno di un’abitazione gli agenti dei Falchi della Squadra mobile hanno trovato un carico di false mascherine anti Coronavirus. Il 44enne era stato denunciato per ricettazione e le 485 mascherine sequestrate.
Il problema, non è solo campano, infatti episodi di questo genere si registrano anche in Sicilia e in altre regioni della penisola.
La produzione di mascherine abusive, si aggiunge alla vendita speculatoria delle stesse e di prodotti per l’igiene personale a prezzi maggiorati.
L’uomo che produceva in casa mascherine per rivenderle tramite annunci on-line, in provincia di Napoli, non è quindi una realtà isolata, ma questo non rende meno grave la situazione.
La raccomandazione è di diffidare di canali non ufficiali di questo genere e soprattutto di ricordare che presidi di questo genere, che sono già difficili da reperire ormai da tempo, sono necessari al personale sanitario, quindi vanno usati solo in caso di assoluta necessità.