La ” Lupa Romana” così amabilmente definita da Gilles Jacob, presidente del Festival di Cannes.
Bellezza fuori dai canoni precostituiti, voce sanguigna e un viso segnato portato in giro da un coraggio mai piegato a dinamiche estetiche imposte.
Nata a Roma il 7 Marzo del 1908, probabilmente figlia illegittima di padre ignoto. Ricercato solo anni dopo. Origini attribuite probabilmente all’Egitto, dove fu concepita dalla madre Marina. Cresciuta in un ambiente totalmente femminile tra nonna e zie, trascorre i primi anni in un collegio di suore francesi , fu iscritta poi dalla madre a liceo e alla scuola di recitazione sotto la guida del mentore Silvio D’amico.
Una gavetta frenetica, in cui muove i primi passi come attrice, soubrette e cantante con l’amico Paolo Stoppa, in un fedelissimo rapporto fatto di sostegno non solo lavorativo, ma anche emotivo.
Entrata a far parte della Compagnia Vergani- Cimara e poi in quella di Totò, nel 1929 seguirà la strada del cinema da Antonio Gandusio che la presenterà a Nunzio Malasomma e a Genina, apparendo così nel film ” La cieca di Sorrento” del ’34.
Vero e proprio mentore però resterà Totò con cui condividerà la compagnia fino al ‘ 41. Conoscerà poi Vittorio de Sica, il quale le offrì la parte di Teresa Venerdì. le offre nello stesso anno la prima parte cinematografica di rilievo in Teresa Venerdi’.
Gli anni 30 furono d’oro per la Magnani che iniziava così a vestire i ruoli più importanti. Seguì un matrimonio molto problematico con Alessandrini finito qualche anno più tardi.
Ebbe una relazione con Massimo Serato da cui nacque il figlio Luca, e nel ’43, Roberto Rossellini le offrì la parte che ne sancì definitivamente il successo mondiale in ” Roma città aperta” nel ruolo della Sora Pina.
L’eclatante trionfo mondiale rese Anna Magnani vera e propria icona del cinema neorealista italiano, per temperamento, veridicità, passione e carisma, fu di fatti di lì scritturata per una serie di capolavori come ” Abbasso la Ricchezza” , ” Bellissima”, ” Risate di gioia”.
Finito il connubio con Rossellini, la mai doma Anna, si espresse così a livello internazionale soprattutto ne ” La carrozza d’Oro” di Jean Renoir che la rese preziosa nel panorama francese dell’epoca, e in ”la Rosa Tatuata” , film che vide il suo trionfo ad Hollywood alla fine degli anni ’50. Fu la prima italiana a vincere il premio Oscar.
Genuina, prorompente dal volto segnatamente drammatico. Elementi che attrassero un altro grande italiano: Pier Paolo Pasolini, conquistato dall’anima dell’attrice, la volle nel ruolo definitivo del capolavoro ” Mamma Roma”.
La ” Lupa Romana” morirà nel ‘ 73 a seguito di una logorante malattia.
Antidiva per eccellenza, occhi abissali in cui è stato ed è possibile ancora oggi scorgere una umanità fuori dal tempo. Quella racchiusa in un riso fragoroso, di una donna che ha saputo incarnare dentro e fuori l’ambiente cinematografico la realtà, spesso nella sua più crudele forma. Una drammaticità mai seriosa, veridica e viscerale. Indimenticata ed indimenticabile.