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L’ultimo bombardamento sull’Italia colpì Alessandria il 5 aprile 1945

L’ultimo bombardamento con un attacco via cielo, sull’Italia fu drammatico, e colpì pesantemente Alessandria. 

Venti giorni prima della fine, in Italia, del conflitto, il 5 aprile del 1945 gli angloamericani, intenzionati a bloccare il passaggio ai tedeschi in ritirata, in direzione Valenza, bombardarono la città italiana, colpendo pesantemente la popolazione civile.

L’ultimo terribile bombardamento prima della fine del Secondo conflitto mondiale

Ad essere distrutti dalle bombe soprattutto il Duomo e la chiesa di S. Alessandro. Le vittime furono 239, di cui 75 casalinghe, 45 bambini e studenti, 59 ferrovieri, operai e artigiani, 17 militari, quasi tutti nella caserma di Cabanette: una vera e propria strage.

Sono trascorsi ben settantasei anni dall’ultimo bombardamento italiano ai danni di Alessandria, ma ogni 5 aprile è impossibile non ricordare. Le ferite sono ancora vive, e i ricordi fanno male. Troppe le vittime per un assedio che mai avrà giustificazione.

Oltre al ricordo delle vittime, ciò che ancora turba è il numero di città italiane colpite dai bombardamenti, a pochi giorni dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Gli scritti e le attestazioni storiche ricostruite grazie al certosino lavoro degli storici, parlano di bimbi sepolti sotto alle macerie, riporta le grida di chi chiedeva aiuto, voci sempre più labili, e la disperazione dei soccorsi ad ogni vittima ritrovata.

Quel 5 aprile del 1945 Alessandria si ritrovò improvvisamente distrutta, con tantissime vittime innocenti a farne le spese, soprattutto casalinghe e bambini.

Furono molti ad indignarsi per tale gesto, vile e drammaticamente ingiusto. Tra le istituzioni, anche il Comando locale dei Partigiani fece sentire la propria voce, esprimendo vicinanza alla città duramente colpita e lamentando la crudeltà di tale azione con una dura nota di protesta al Comando Alleato in Italia.  

La Seconda Guerra mondiale si concluse, ma un inutile barbarie era stata compiuta ai danni di una città oramai inesistente. Decimata e completamente da ricostruire. 

Ancora oggi la rabbia è tanta, in particolare modo per gli assedi alla città che continuarono anche dopo il 5 fino al 24 aprile.