La ludopatia non è affatto uno scherzo: chiunque ne sia vittima o abbia familiari o persone care affette da questa “febbre” sa che si tratta di una patologia seria capace di rovinare la propria vita e quella di chi si ha accanto. Spesso, in Italia, le zone più turistiche diventano veri e propri “focolai” di un virus diverso ma altrettanto insidioso: il vizio del gioco. In Campania la situazione è abbastanza seria al riguardo e Capri, la celeberrima isola azzurra che attira a sé miioni di turisti ogni anno, non è certo esente da questa problematica.
E’ per questo motivo che il comune di Anacapri si è fatto coraggiosamente promotore di un’iniziativa che vuole l’isola libera dall’invasione di videopoker, macchinette e centri scommesse, i quali non fanno altro che favorire il contagio della “febbre” di giocarsi soldi in continuazione.
Purtroppo a Capri, invece, non sembra si stia andando nella stessa direzione, nonostante la volontà iniziale di abbracciare il progetto “no slot” contro la ludopatia, che per ora sembra sfumato nel nulla.
Tar e Consiglio di Stato hanno infatti rigettato la prima bozza di regolamento comunale accogliendo il ricorso presentato da alcuni esercenti che, spinti da interessi economici, ovviamente non accettavano la scomparsa dal territorio delle pericolosissime macchinette.
Tante le famiglie isolane che si stanno lentamente sgretolando, finite per essere strangolate dai debiti di gioco, risucchiate in un vortice fatto di consumo fuori controllo di biglietti gratta e vinci, voglia smisurata di scommettere su tutto, innumerevoli bollette e stipendi che svaniscono in poche ore.
Un allarme che sta diventando una vera piaga per Capri e la Campania tutta: un intervento deciso da parte del Governo sarebbe doveroso al fine di regolamentare la presenza su territorio di tutte le attività che invitano la gente a scendere in quell’inferno spesso senza ritorno.