Oggi avere le giuste competenze informatiche è un requisito per molti lavori, alcuni dei quali prevedono che il lavoratore passi diverse ore davanti al computer. In generale, anche nel tempo libero si utilizzano dispositivi tecnologici come lo smartphone e il tablet: chi non ama concedersi qualche puntata di una serie tv dopo il lavoro? Tuttavia, l’esposizione prolungata alla luce blu degli schermi può avere un grosso impatto sia sulla salute fisica che mentale.
La luce blu è una parte della luce emessa dai dispositivi LCD e LED come smartphone, tv e pc. A differenza dei raggi UV, la luce blu raggiunge la retina e interagisce con l’epitelio pigmentato maculare e i fotorecettori, innescando danni cellulari, danni che possono essere a lungo termine, come l’invecchiamento precoce della retina, o più immediati come il senso di stanchezza e secchezza oculare. Inoltre, la luce blu inibisce la produzione di melatonina, responsabile del ritmo circadiano, dato il suo effetto sedativo. Evitarla del tutto sarebbe altrettanto dannoso (nonché impossibile visto che è presente naturalmente in quella solare) “perché una parte di questa radiazione è fondamentale per la nostra salute: regola il ritmo sonno-veglia” come spiega Franco Spedale, Specialista in Oftalmologia e Direttore del Reparto di Oculistica dell’Ospedale di Chiari (in provincia di Brescia).
Occhi affaticati: chi sono i più colpiti
L’affaticamento degli occhi (noto anche come sindrome da visione artificiale) colpisce il 75% delle persone che lavorano al computer, soprattutto gli over 40. I sintomi più comuni sono: secchezza oculare, prurito, bruciore o lacrimazione, affaticamento degli occhi, visione offuscata o doppia, dolore al collo e in generale lungo la schiena, nonché mal di testa e sensibilità alla luce. Questi sintomi possono rendere difficile lavorare, ma per fortuna non sono permanenti e con qualche accortezza si possono contrastare.
Una delle soluzioni più ovvie è limitare il tempo che si trascorre davanti agli schermi dei dispositivi: tuttavia, non è una soluzione valida per coloro che lavorano al computer. In questo caso un modo per far riposare i nostri occhi sarebbe prendersi piccole pause frequenti. Una tecnica è quella del 20-20-20 che consiste nel guardare qualcosa a 20 piedi di distanza (6 metri circa) per 20 secondi, ogni 20 minuti.
Sbattere le ciglia aumenta la lubrificazione degli occhi ed evita secchezza e bruciori. Bisognerebbe farlo 15 volte al minuto circa, ma uno studio dell’American Academy of Ophthalmology ha dimostrato che la maggior parte delle persone che guardano uno schermo sbattono le ciglia solo dalle 5 alle 7 volte al minuto, favorendo così l’affaticamento.
Altro consiglio sarebbe quello di regolare la luce dello schermo e quella dell’ambiente. Idealmente lo schermo dovrebbe avere la stessa luminosità della stanza in cui lo si usa. Si dovrebbe quindi regolare l’illuminazione in modo che non sia troppo forte e usare una lampada da scrivania. “Contrasto e luminosità vanno regolati per godere di una percezione di visibilità massima senza la percezione di un disturbo visivo da abbagliamento. Per contro una luce troppo bassa, come spesso si imposta per consumare meno batteria, richiede uno sforzo accomodativo (messa a fuoco) eccessivo” secondo Paolo Vinciguerra, direttore del Centro Oculistico di Humanitas.
Luci blu: delle lenti particolari le schermano e proteggono gli occhi
Per schermare le luci blu, inoltre, in commercio ci sono occhiali che diminuiscono l’affaticamento e possono essere sia graduati che non, per coloro che non portano occhiali da vista. Molti dispositivi inoltre, danno la possibilità di attivare un filtro per la luce blu.
Infine, alcuni alimenti come i mirtilli possono alleviare i sintomi dell’affaticamento e gli acidi grassi omega-3 hanno effetti positivi sulla secchezza degli occhi, riducendo l’evaporazione delle lacrime.