La recente vittoria elettorale dello Scottish National Party (SNP) di Nicola Sturgeon ha riproposto le ambizioni indipendentiste scozzesi a Downing Street.
Gli scozzesi da tempo vogliono infatti restare nell’Unione europea ma non nel Regno Unito. Anzi, dopo la Brexit il loro sentimento indipendentista è addirittura cresciuto.
Questo sentimento scozzese nasce dalla lunga contrapposizione con il vicino inglese. Sebbene divisa per lungo tempo, la Scozia intera ha affrontato nei secoli diverse minacce militari inglesi e ogni parte del Paese ha risposto a suo modo. Le forze scozzesi partecipano infatti alla difesa delle isole e degli interessi britannici da oltre tre secoli, da quando l’Atto di Unione del 1707 sancì la nascita del Regno di Gran Bretagna a seguito della fusione fra il Regno di Scozia e quello d’Inghilterra. Il più celebre reggimento di Scozia, il Black Watch, ha servito la corona di Londra praticamente in tutte le sue maggiori campagne militari.
Ecco che sulla base di questi elementi comuni, nel corso dei secoli, il nazionalismo scozzese ha tentato di costruire un’identità nazionale: dapprima escludendo le Highlands e le Isole per essere troppo poco “scozzesi” e successivamente annettendole con la forza militare, arrivando infine ad elevarle come simbolo nazionale.
Questa guerra per l’indipendenza non aveva prodotto i risultati sperati al primo storico Referendum del 2014, ma lo Scottish National Party (SNP) non ha mai cessato di rivendicare il diritto della Scozia di uscire dalla Gran Bretagna.
I sostenitori dell’autonomia scozzese affermano che la Scozia da sola sarà un paese più ricco, più attento ai bisogni dei suoi cittadini e capace di gestire al meglio le risorse naturali di cui dispone, evitando gli sprechi e le storture del sistema unitario.
Dopo le elezioni dello scorso 6 maggio, l’SNP, secondo le proiezioni della Bbc, per soli due seggi non avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta nel Parlamento di Edimburgo che avrebbe dato agli indipendentisti scozzesi maggior forza nella richiesta di un nuovo referendum sulla secessione dalla Gran Bretagna, fino ad oggi negato dal primo ministro di Londra, Boris Johnson. Sturgeon ha dichiarato: “Adesso niente giustifica un ‘no’ al referendum sull’indipendenza”.