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Lo scrittore Luis Sepùlveda è morto

Lo scrittore era ricoverato, già da febbraio, all’ospedale di Oviedo.

A marzo erano state smentite le varie news circa le sua condizioni gravissime. Ma, la situazione, col tempo, si è aggravata fino al triste annuncio della sua morte.

A dare la tragica notizia è il giornale spagnolo  El Paìs. Il decesso, come si è appurato, è stato causato dal coronavirus.

Classe 1949, Ovalle, Cile e naturalizzato francese. Ci lascia un giornalista lucido, regista e scrittore sensibile ed appassionato. Attivista per i diritti civili nel suo stesso Paese, Sepulveda fu incarcerato da parte del regime del generale Augusto Pinochet e poi scarcerato dopo le forti pressioni di Amnesty international.

Viaggiò a lungo per l’America Latina e anche a bordo degli equipaggi di Greenpeace. Da esule poi andò a vivere nelle Asturie.

Famoso poeta, scrittore di radioromanzi, cultore della lingua spagnola, inglese e francese. Amato dai lettori di tutto il mondo e anche in Italia, dove è stato apprezzato con uno dei suoi libri più famosi ”Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Ricordiamo anche ll vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Un nome da torero, Incontro d’amore in un paese in guerra, Diario di un killer sentimentale, Jacaré Il potere dei sogni, Cronache dal Cono Sud. Tutti i racconti, Ingredienti per una vita di formidabili passioni.

Sepùlveda è stato lo scultore della parola, ha raschiato dalla realtà tutta la materia possibile, per trasformarla in sogno e in viaggio continuo.

Ha costruito, con sensibilità e abilità letteraria, un cosmo dove gli esseri umani non si lasciano sfuggire l’occasione di tendere una mano, dove le malefatte trovano dall’altra parte qualcuno che le risolva e le trasformi in qualcosa di buono. Un mondo dove la libertà può divenire uno stato di grazia solo se si lotta per essa.