Il paleontologo Cristiano Del Sasso, che partecipa al congresso della Società Italiana di Paleontologia, in corso a Benevento e a Pietraroja, evento organizzato in collaborazione con l’Ente Geopaleontologico di Pietraroja e la Soprintendenza Archeologica, il Museo di Storia Naturale di Milano, le Università Federico II, del Sannio e di Firenze, ha dichiarato che, in base alle testimonianze, date dalle orme e dai fossili dei dinosauri, l’Italia è emersa prima di quanto si potesse immaginare, indicando che già 230 milioni di anni fa, erano presenti le prime terre emerse dall’Oceano Tetide che andavano a formare delle vere e proprie isole tropicali.
Del Sasso ci riporta che: “La prima traccia di un dinosauro italiano è stata scoperta negli anni ’40 sui monti pisani e con i suoi 230 milioni di anni, è una delle orme di dinosauri più antiche del mondo.“
Ha poi aggiunto che: “Negli anni ’80, poco lontano dall’autostrada Rovereto-Trento sono state scoperte altre orme di dinosauri vissuti circa 200 milioni di anni fa.“
E proprio grazie a tali scoperte, testimonianze che retrodatano l’emersione della nostra Italia, che il paleontologo Del Sasso ci spiega: “si iniziò a capire che i dinosauri avevano camminato sul suolo dell’attuale Italia e che fra il Triassico e l’inizio del Giurassico (tra 230 e 200 milioni di anni fa) c’erano porzioni dello stivale che erano già emerse.“
A dare nuova luce a quella che era stata l’Italia dei dinosauri fu la scoperta del baby dinosauro Ciro, fossile appartenente allo Scipionyx samniticus, dinosauro carnivoro vissuto circa 110 milioni di anni fa e ritrovato a Pietraroja nel 1980.
Dalla scoperta di Ciro, vi sono stati scoperti altri quattro fossili di dinosauri italiani e tutti, a differenza di Ciro, erano classificati come dinosauri nani poiché vivevano su quelle, che a loro tempo, erano isole.