All’ indomani della tragica frana che ha colpito il comune di Casamicciola è come sempre caccia ai responsabili.
Nella tragedia la beffa di chi nonostante stia cercando i propri cari in un mare di fango diventa imputato nel processo pubblico.
In Italia però il problema del dissesto idrogeologico non nasce oggi, nel 2022, non è neanche figlio di questo ormai non troppo nuovo millennio.
Ha radici ben più antiche e paradosso dei paradossi è figlio della giovane età geologica della nostra nazione.
L’Italia che frana: cosa è successo a Casamicciola?
Il popolo Ischitano è spesso vittima della furia della terra, che sia un terremoto o una frana gli isolani contano i danni.
Questo perché Ischia è un’isola vulcanica, ricoperta in gran parte da uno strato superficiale di materiale vulcanico poco consolidato, o sciolto.
E’ come vivere su un’enorme strato di terriccio che quando piove si carica di acqua e può franare, proprio quello che è successo purtroppo in questi giorni.
Il triste epilogo però non è una novità. Non per gli esperti del settore, almeno, e nemmeno per gli amministratori locali e nazionali.
Eh si, perché da anni i geologi segnalano la necessità di affiancare alle cosiddette misure strutturali, cioè le misure post-evento calamitoso, delle misure non strutturali, come per esempio il presidio territoriale.
Con questa espressione s’intende un lavoro di monitoraggio preventivo delle aree volto a ridurre il rischio idrogeologico, così come spiegato dal ex Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi in un’intervista rilasciata a Geopop.
Detto in termini più semplici avere geologi e ingegneri, costantemente attivi sulle aree più a rischio per evitare vittime e danni ingenti.
Uno scenario già preannunciato
Quello di Ischia, così come tantissime altre situazioni verificatesi in Italia, è una scenari già preannunciato nel nostro Paese.
Infatti, come ben descritto dai geologi, quello italiano è un territorio sismicamente e tettonicamente molto attivo ed è geologicamente giovane, quindi ricco di rilievi (non ancora erosi dal tempo) che, ricoperti spesso da sedimento non consolidato o sciolto, è soggetto a frequenti fenomeni franosi.
L’intervento tardivo delle autorità però genera situazioni come quella odierna dove a pagare il prezzo di questa frana è più di una vita innocente.
E dire che il 90% degli eventi franosi del nostro paese si sono verificati in aree identificate dai geologi e classificate ad alto rischio.
In altre parole le aree a rischio sono tutte mappate e segnalate ma si ricorre alla toppa quando ormai lo strappo è una voragine sul suolo e nel cuore dei suoi ospiti.