Il XXI SECOLO ha intervistato Alessandro Romano, giovane scrittrice napoletana, in occasione della pubblicazione del suo libro, L’isola d’Agata.
Ciao Alessandra, quando è nata l’idea del libro?
“L’idea del libro è nata tre anni fa. A ispirarmi è stata la mitica Elena Ferrante con la sua “Amica geniale”, mi sono chiesta e se un rapporto così ambiguo, a tratti competitivo e fatto di rivalità, ma anche di momenti di sostegno e di amicizia vi fosse non tra due donne ma tra un uomo e una donna? E così sono nati Natalia e Lorenzo e di conseguenza l’Isola D’Agata”.
Da cosa nasce il titolo del tuo libro: L’isola d’Agata? Cosa o chi ti ha ispirata?
“L’Isola di Arturo di Elsa Morante mi ha ispirata per il titolo. Dopo tanto tempo però non ricordo D’Agata da dove mi sia uscito, direi che è stata un’illuminazione improvvisa”.
Se dovessi spiegare a che genere appartenga il tuo libro, quale sceglieresti?
“A che genere appartenga non lo so neanche io. C’è un po’ di tutto in questo libro, amore, mistero, religione e storia. Non saprei delinearlo davvero”.
La scrittura è sempre stata una tua passione, sin da bambina?
“No, la scrittura è proprio una mia passione sin da quando ero piccola. All’epoca scrivevo storie per bambini. È sempre stato il mio sogno quello di scrivere un libro, quindi lo riterrei più un obiettivo che un caso”.
Qual è la trama de L’isola d’Agata?
“Questa è la trama: L’isola d’Agata è il nome dell’orfanotrofio che prende il nome dal suo fondatore Alberto D’Agata. A spiccare maggiormente all’interno della storia è Natalia Serafino una dei bambini dell’istituto. Scorbutica e saccente entrerà in rivalità con il suo compagno Lorenzo Sartori che al contrario non ha nulla contro di lei, ma è una persona dall’animo buono e pacato. Come si evolverà il loro rapporto? E soprattutto quali saranno le risposte ai tanti misteri che avvolgono l’orfanotrofio? Questo è un romanzo che emoziona, intriga e lascia con il fiato sospeso nello scorrere delle pagine”.