L’Infinito, famosa lirica leopardiana, sarà celebrata a Napoli, che riapre le porte ad uno dei poeti più conosciuti e più emblematici della letteratura italiana, Giacomo Leopardi. Alla Biblioteca Nazionale di Napoli una mostra apre le celebrazioni per i duecento anni della lirico intitolata, di Giacomo Leopardi.
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle”, l’incipit de L’Infinito, di Giacomo Leopardi, non è solo una rimembranza scolastica, ma rappresenta una vera e propria parte integrante della memoria collettiva del nostro Paese. La prima versione, autografa, del 1819, è custodita alla Biblioteca Nazionale di Napoli ed è uno dei cardini della mostra tenutasi per celebrare i duecento anni dalla “nascita” della poesia.
Il Ministero dei beni culturali, ha scelto Napoli per inaugurare le celebrazioni in vista del bicentenario di quei versi immortali. Qui sono custoditi preziosi materiali leopardiani, senza dimenticare che proprio Napoli, fu l’ultima tappa della complicata esistenza del poeta.
Ricordiamo che Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798, ma nel 1833, dopo aver vissuto a Pisa, Bologna, Milano, scelse di stabilirsi a nella Napoli ottocentesca; decisione che dimostra ancora oggi, la voglia di confronto intellettuale che molto probabilmente guidava il poeta.
Finanziata dalla Regione e promossa con il polo mussale della Campania, la mostra sarà aperta fino al 21 luglio; visitabile tutti i giorni, tranne il mercoledì, nella sala dorica di Palazzo reale. Tra gli scritti autografi, anche Lo Zibaldone e Le Operette morali.
Dunque, Napoli, ancora una volta ospita il tanto amato poeta, Giacomo Leopardi, offrendo la possibilità di ammirare uno dei suoi scritti autografi, considerato tra i più belli della produzione leopardiana, oggetto ancora oggi di analisi e studi. Con L’Infinito, quella voglia incolmabile dell’uomo di oltrepassare ogni limite spazio-temporale, in un certo senso si realizza, proprio grazie alla mostra che a Napoli celebrerà la bellezza e l’immortalità di quei versi, i quali superando ogni spazio temporale, è ancora viva negli occhi e nella mente di chi la legge.