La povertà alimentare, un problema troppo spesso ignorato, ma che ha un grande impatto sulla nostra società. Con tale definizione indichiamo un fenomeno nel quale adolescenti e famiglie con problemi economici, rinunciano ad acquistare determinati cibi, proprio perché ritenuti troppo costosi.
Questa piaga ha subìto un incremento con l’arrivo della pandemia da covid-19. Il dato è confermato da una recente indagine svolta da ActionAid nel rapporto “Cresciuti troppo in fretta”, che prende in esame un campione di ragazzi dagli 11 ai 16 anni, appartenenti a famiglie in difficoltà economiche del territorio di Milano e Siena.
L’indagine di ActionAid
Lo studio portato avanti da ActionAid, durante il quale sono state effettuate ben 66 interviste ad adolescenti e preadolescenti, ci restituisce un quadro molto chiaro. I giovani provenienti da famiglie con difficoltà economiche, rinunciano ai cibi più costosi, alla possibilità di praticare uno sport e alle uscite con gli amici. Una situazione preoccupante, vissuta da giovani che convivono tutti i giorni con ansia, stress ed un senso molto marcato di sconforto.
Stando ai dati forniti da Eu-Silc, le statistiche dell’Unione europea sul reddito e le condizioni di vita, sono almeno 5 milioni e mezzo le persone che oggi in Italia non hanno la possibilità di consumare quotidianamente un pasto proteico.
Nel 2022, 2 milioni e 856 mila persone hanno fatto appello agli enti di assistenziali, un numero più elevato dall’inizio della pandemia.
Inoltre, bisogna precisare che la povertà alimentare è formata da diversi aspetti. Tra questi abbiamo mancanza di accesso a cibo di qualità, stress, stigma sociale, bisogni e vissuti che impattano sul benessere psico-fisico degli adolescenti.
La povertà alimentare, un problema stratificato
È opinione diffusa che la povertà alimentare riguardi solo una condizione di insufficienza di risorse. In realtà è un problema molto più complesso, che tocca aspetti delicati, in particolar modo nel caso degli adolescenti.
Per di più, si tratta anche della violazione di un diritto umano fondamentale. Oggi non sappiamo quante siano le persone che vivano la povertà alimentare, gli indicatori impiegati sono parziali e ciò è un ostacolo alla pianificazione di interventi risolutivi.
Misure come il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza e l’Assegno Unico per i figli, e quelli previsti nel periodo pandemico, sono stati strumenti utili che vanno potenziati per sostenere i soggetti in difficoltà.
Inoltre bisogna agevolare l’accesso a servizi, quali le mense scolastiche, come ha sottolineato Roberto Sensi, Responsabile Programma Povertà alimentare ActionAid Italia.