Il 4 marzo del 2013 a Bagnoli (NA), un incendio doloso distrusse la Città della Scienza da sempre considerata una delle strutture per la cultura scientifica più prestigiose d’Italia. Un anno dopo venne firmato il progetto per la sua ricostruzione.
Un incendio di vaste proporzioni si sviluppò in tarda serata nel polo tencologico aperto a Napoli negli anni ’90 grazie all’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione Idis. Nel 2001 ci fu l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo. Nessuno rimase coinvolto poichè il lunedì era giorno di chiusura. Sul posto arrivarono tempestivamente cinque squadre di vigili del fuoco. Il rapido propagarsi delle fiamme nei quattro capannoni, portò gli investigatori, dopo lunghe indagini a dichiarare che si trattò di un gesto doloso. Il tutto ebbe inizio intorno alle 21:30 e solo un capannone fu risparmiato dalle fiamme. I vigili ebbero difficoltà a domarle e per questo motivo chiesero rinforzi. Molti residenti, con le lacrime agli occhi, giunti per vedere cosa stava accadendo dissero: “La sensazione è come se stessero bruciando le nostre case”.
La Citta’ della Scienza con una media di 350 mila visitatori l’anno, oltre al museo interattivo, ospitava un planetario, un centro congressi, un centro di alta formazione e un’area per mostre d’arte. Considerato tra i luoghi simbolo dei progetti di bonifica e rinascita dell’ex area industriale Italsider, un piccolo gioiello della città. I danni furono incalcolabili, sopravvissero solo i muri perimetrali. L’area distrutta dalle fiamme stimata in 10-12mila metri quadrati, risparmiato fu solo il Teatro delle Nuvole, un corpo separato che ospitava rappresentazioni.
Il custode raccontò di aver visto una colonna di fumo e di aver dato subito l’allarme, ma in pochi minuti il fuoco ha avuto la meglio. Furono ore di paura per gli abitanti di Bagnoli, che temevano di rimanere intossicati dal fumo, poi spinto dal vento verso il mare aperto.