Siamo in piena emergenza. Da mesi ormai tutto il sistema è sotto stress, tutto. I comuni, le province, le regioni, il governo, l’europa, il mondo intero. L’economia, la sanità, l’istruzione. Ogni cosa. Questo virus, arrivato dal nulla, in pochissimo tempo ha portato un clima surreale nelle nostre vite. Ha cambiato tutto. Ha rivoluzionato ogni equilibrio. La maggiore ansia è per l’impatto che sta avendo sull‘economia. Le borse sono a picco ormai da settimane, il mercato è fermo poichè sono ferme la maggior parte delle attività e delle catene di produzione. Un lockdown che rischia di mandare in default l’economia mondiale.
L’impatto psicologico generale.
Per certi versi è giusto che sia l’economia il punto da tenere sotto controllo maggiormente. D’altra parte però, si sta un pò sottovalutando come la nostra vita sia cambiata. Chi avrebbe mai pensato fino a qualche settimana fa di uscire solo una volta a settimana per la spesa? Di non andare più a lavoro? Di avere i figli a casa a seguire le video lezioni? In alcuni casi di lavorare dal divano? Di uscire motivando quello spostamento? Ma soprattutto di farlo muniti di igienizzante antibatterico, guanti e mascherine?
Tutto questo non è normalità. Non è la vita che abbiamo vissuto fino ad oggi. Non si saluta più con la stretta di mano un collega, con un abbraccio un amico, non si beve più il caffè con un cliente, non si fa più l’aperitivo. Non si va al cinema, al teatro, non esiste più nessun contatto, se non quello virtuale. Allora viene spontaneo pensare come sarà a livello psicologico il futuro dopo tutto questo. Sarà cosi semplice ritornare ad avere le abitudini che avevamo senza avere il minimo pensiero di tutto quello che è successo? senza avere ancora nessun timore?
L’impatto psicologico sui bambini.
Forse, sottolineo forse, per gli adulti l’impatto potrebbe essere pesante ma non cosi drastico, si farà più attenzione ma si andrà avanti. Ma per i bambini? Loro necessitano del contatto, per loro il contatto serve per crescere. Le loro necessità vanno oltre il virus, oltre i decreti, oltre ogni emergenza.
Parlando di decreti, infatti, ogni voce ha avuto il proprio spazio. Sono stati emanati decreti per salvaguardare ogni cosa, la salute, aiuti economici, evitare assembramenti, limitare gli spostamenti, tutto per evitare che il virus continui la sua corsa. Addirittura abbiamo avuto premura anche per gli animali domestici, dando cosi la possibilità a chi ne possiede uno di farlo uscire per i bisogni. Giustissimo.
Ma al bisogno di una passeggiata ad un bambino chi ci ha pensato? Portare il proprio bambino nel passeggino a fare una passeggiata, lontano da tutti, intorno casa, senza incontrare nessuno, non è la stessa cosa che vale per un animale domestico? L’animale ha il balcone, un giardino, può fare i propri bisogni sui tappetini igienici. I bambini no. Per loro stare rinchiusi è pesante come un macigno, loro hanno bisogno di fare una passeggiata, di vedere, di respirare un’aria che non sia solo aria di ansia, come quella delle ultime settimane.
Tutto questo tempo libero, forzato, porta a riflettere. Nella società non conta solo il rispetto delle regole, l’economia, il lavoro, le tasse. I bambini sono il futuro, non possiamo limitarli, non possiamo trascurarli cosi. I bambini non sono strutturati cerebralmente per gestire le emozioni e hanno bisogno che qualcuno si prenda cura di loro e di uno spazio che faccia vivere loro un po’ di gioia e serenità.