L’idrogeno è l’elemento più diffuso nell’universo. Quasi la maggioranza della materia è costituita da H: le stelle e il Sole, come pure in gran parte pianeti come Giove e Saturno.
Sulla Terra però da solo è praticamente inesistente. È invece molto abbondante legato ad altri elementi: innanzitutto nell’acqua, poi nei composti organici ed ancora negli idrocarburi, in particolare nel metano. Sulla terra l’idrogeno deve essere prodotto: o scomponendo l’acqua oppure attraverso trasformazioni chimiche a partire da combustibili fossili, come ad esempio carbone e metano.
Il 2023 in Italia arriveranno i primi treni a idrogeno. La sperimentazione partirà in Lombardia grazie a un accordo tra Alstom e Ferrovie Nord Milano, il principale gruppo di trasporto e mobilità della regione.
I nuovi treni saranno basati sul modello ferroviario regionale Coradia Stream di Alstom. La versione alimentata sarà equipaggiata con la stessa tecnologia di propulsione a celle a combustibile introdotta nel mondo dal Coradia iLint, il primo treno passeggeri al mondo alimentato a idrogeno, già attivo in Germania.
I treni Coradia Stream sono prodotti in Italia. Lo sviluppo del progetto, gran parte della produzione e le certificazioni sono effettuate presso lo stabilimento di Savigliano. Mentre i sistemi di segnalamento di bordo vengono costruiti nello stabilimento di Bologna.
A Sulmona si scommette sul trasporto Green e si appresta a salire a bordo della linea ferroviaria a idrogeno.
L’accordo con Snam: A giugno Alstom aveva sottoscritto un accordo con la compagnia energetica Snam, una delle prime aziende al mondo a sperimentare l’iniezione di idrogeno al 10% nella rete di trasporto del gas naturale, proprio per sviluppare treni a idrogeno. L’intesa prevede che Alstom si occupi della fornitura e della manutenzione dei treni, di nuova realizzazione o convertiti, mentre Snam sviluppa le infrastrutture per la produzione, il trasporto e il rifornimento dell’idrogeno.
Per il sistema ferroviario italiano l’idrogeno rappresenta una grande opportunità. Il 28% della rete nazionale infatti non è elettrificato e, date le caratteristiche paesaggistiche di alcune aree d’Italia, un’elettrificazione di tutte le linee non è pensabile. In questi casi l’idrogeno diventa una valida alternativa per dire addio ai combustibili fossili più inquinanti.