Che sia tra amici, amanti, per feteggiare un traguardo importante o dare il benvenuto al nuovo anno, un brindisi è un gesto che nasce dal desiderio di condividere e ricordare.
E allora in alto i calici, abbracci, sguardi languidi, un cin cin sussurato o urlato a squarcia gola, si brinda.
Accompagnato da grandi discorsi o poche parole imbarazzate il senso del brindisi ha radici lontane.
L’uso di alzare i calici, di riempire ol bicchiere in occasioni speciali nasce in epoche antichissime, lasciando tracce disseminate nella storia.
Già nei poemi greci, infatti, gli eroi levavano la coppa “gli uni alla salute degli altri”. Il famoso “bere alla salute dei vivi” inizia probabilmente proprio nell’epoca dell’Antica Grecia e continua in quella romana, in onore delle divinità e viene associata al vino, bevanda preziosa, segno di fortuna. Testimonianze del brindisi arrivano anche nell’oscurità del Medioevo, quando tra le pareti delle taverne riecheggiavano brindisi di poeti e girovaghi, in celebrazione dell’amore e della giovinezza. Ma è proprio fra il Cinquecento e il Seicento che il termine “brindisi” entra a far parte della nostra lingua, come saluto o augurio in abbinamento a un’alzata di calice per festeggiare un evento importante. Un’ antica leggenda narra che il rito del brindisi vanti almeno 5000 anni – che ben racchiude l’usanza attuale di brindare, (ri)unendo, così, cuori e persone.
Se la storia ha tracce importanti del gesto del brindare, ogni paese ha poi interpretato a suo modo questo rito augurale.
In Spagna, ad esempio, la questione è trattata con un certo rigore. Se siete in viaggio nella Capitale, vi converrà conoscere il classico ‘Arriba, abajo, al centro, pa dentro’ per stupire i vostri amici locali; in Catalogna basterà un semplice ‘Salud’. In Inghilterra la tradizione vuole che si esclami ‘Cheers’, espressione usata anche negli Stati Uniti e in Canada.
In Cina, poi birra e cocktail si buttano giù tutto d’un fiato con ‘Ganbei’; il bicchiere viene sollevato più in alto dagli anziani, dopodiché capovolto sulla tavola per mostrare che dentro non vi sia rimasta più neanche una goccia. In Giappone si esclama ‘Kanpai’, termine che riporta più o meno il medesimo significato del precedente (‘asciugare il bicchiere’). In Francia, invece, si esclama ‘Santé’, in Brasile “Vida” o “Saude”, nelle terre scandinave si pronuncia “Skol” (‘coppa’).
Insomma, Paese che vai, usanza che trovi.