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Libero Bovio: l’amore per Napoli tra poesia, teatro e musica

Libero Bovio, personalità illustre di Napoli, nacque l’8 giugno del 1883; poeta, scrittore, drammaturgo, ma anche giornalista, colui che riuscì a commuovere la città di Napoli e non solo, con le parole di alcune delle canzoni più conosciute della tradizione musicale; tra queste, Reginella, Silenzio cantatore, O Paese do’sole. 

Bovio: Napoli tra parole e musica

Il giovane Libero Bovio, si appassionò sin da piccolo alla musica classica e al teatro popolare; infatti, abbandonati gli studi di medicina, decise di dedicarsi intensamente all’attività letteraria e drammatica, sua grande passione, con l’intento di creare un teatro d’arte che avesse il sapore della tradizione e si vestisse di quotidianità, prettamente napoletana.

Il successo arrivò nel 1910 con la canzone Surdate, musicata da Evemero Nardella, testo che esaltava le caratteristiche terapeutiche delle canzoni, e della musica in genere. 

Successivamente, grazie a varie collaborazioni di notevole calibro, strette con i musicisti più famosi dell’epoca, intorno al 1915 scrisse canzoni come Tu ca nun chiagne, Reginella, ‘O Paese d’ ‘o sole e Lacreme napulitane. 

Ovviamente nella vasta produzione di Libero Bovio, non solo testi di canzoni, ma anche vere e proprie opere teatrali; tra queste, sicuramente meritano una menzione speciale: “Gente nosta”, “O prufessore”, “‘O Macchiettista”. Fonti di inevitabile successo per l’illustre personalità napoletana.

Possiamo dire che Libero Bovio, fu uno dei personaggi più popolari della Napoli di inizio secolo; nella sua vasta produzione poetica, in cui si alternavano continuamente i temi dell’amore, della gioia e del dolore, legata non solo al mondo della canzone, egli si collega ai grandi motivi del decadentismo italiano ed europeo.

Libero Bovio: poeta, musicista, giornalista, amato da tutti

Oltre alla musica, Libero Bovio è considerato un grande poeta per Napoli e nel tempo, l’affetto nei suoi riguardi non è mai mancato. 

Gli abitanti di Napoli gli donavano amore, quotidianamente, così come egli stesso, perdutamente innamorato della città, volle decantarne le bellezze, nei testi delle canzoni oggi più note, che inevitabilmente contraddistinguono il patrimonio musicale napoletano.

Napoli amava Bovio, e ancora oggi gli abitanti della città, conservano un ottimo ricordo di lui; passeggiando lungo Via Duomo, è possibile ammirare una targa sulla quale si legge: Je so napoletano e se nun canto moro“.

Si tratta di un piccolo omaggio che la città di Napoli ha voluto dedicargli, nel 1992, a cinquanta anni dalla sua morte, avvenuta nel 1942 a causa di una lunga malattia.

Ricordiamo che nell’Enciclopedia della Canzone Napoletana, Bovio viene citato anche come “inventore del genere drammatico” nella canzone napoletana; canzone che non smette di ricordarlo ed omaggiarlo, anche grazie alle varie interpretazioni dei diversi artisti che a gran voce cantano i suoi testi.