Maria Valtorta è il nome di una mistica italiana, originaria di Caserta, appartenente al ‘900, che ha lasciato al mondo religioso una straordinaria testimonianza.
“Vittima d’Amore prima, per consolare l’Amore divino che non è riamato, e poi anche di Giustizia, per la salvezza delle anime e del mondo”
Maria Valtorta nasce in Campania nel 1897, il padre era un ufficiale di cavalleria e per questo motivo la sua famiglia è costretta a trasferirsi spesso, fino a giungere definitivamente a Viareggio, in Toscana.
La sua posizione economicamente agiata le permette di ricevere un’ottima educazione presso il prestigioso Collegio “Bianconi” di Monza.
Dopo la Battaglia di Caporetto, decise di prestare servizio nel corpo volontario delle Infermiere Samaritane: per 18 mesi circa dedicò tutte le sue energie alla cura dei soldati italiani feriti nell’Ospedale militare di Firenze. Fu durante questa esperienza che accadde qualcosa che le cambiò per sempre la vita.
Nel 1920 subì un aggressione da parte di un sovversivo, che le sferrò con una spranga di ferro un forte colpo ai reni lesionandole definitivamente la spina dorsale; fu l’inizio di un percorso molto sofferente che purtroppo la portò ad essere semiparalizzata, dalla vita in giù, e per questo costretta definitivamente a letto.
Maria decise allora di dedicarsi all’approfondimento della fede cattolica, scrisse anche un romanzo autobiografico che però non venne mai pubblicato: la stessa Maria dichiarerà di aver ubbidito ad un comando soprannaturale che recitava espressamente così:
“Brucia tutto. Solo per l’Opera mia devi esser conosciuta come scrittrice”
Nel 1943 però le sue condizioni peggiorarono, credendosi ormai al crepuscolo della sua vita, decise di soddisfare la richiesta di colui che era il suo padre spirituale, padre Romualdo Maria Migliorini. Padre Migliorini aveva chiesto a Maria di scrivere una sua biografia, e quest’ultima riempi sette quaderni.
Proprio in quell’anno accadde un’altra cosa straordinaria: il venerdì santo Maria avrebbe udito una “voce“, che pensò essere la voce di Gesù, la quale la induceva a scrivere come sotto dettatura.
Da quel primo “dettato” ne uscirono ben 122 quaderni, scritti di getto, senza nemmeno rileggerli e senza correggerli.
L’opera verrà riconosciuta successivamente con il titolo “ l’Evangelo come mi è stato rivelato”.
L’opera mariana racconta la vita di Gesù, riportando episodi e fatti di vita quotidiana che non compaiono nei Vangeli Canonici,o che compaiono in forma ridotta.
Maria Valtorta ha sempre sostenuto di non essere stata lei a inventare i nuovi episodi della biografia di Cristo, bensì di essersi limitata a descrivere meticolosamente le visioni di carattere mistico che ella sosteneva di avere e che riteneva esserle inviate da Gesù e dalla Vergine Maria.
Padre Migliorini si occupò di divulgare questi scritti, questi arrivarono anche al Sant’Uffizio che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione e il trasferimento a Roma di padre Migliorini, nel marzo del 1946.
L’intera opera della Valtorta fu sottoposta all’allora pontefice Pio XII il quale, dopo averla attentamente consultata, disse ai tre padri serviti che aveva ricevuto in udienza privata: «Pubblicate quest’opera così come sta; chi legge capirà».
Purtroppo la questione non sarà finita qua:all’indomani della pubblicazione del quarto volume della sua opera, il 16 dicembre 1959, dopo la morte di papa Pio XII, il Sant’Uffizio condannò nuovamente l’opera e la iscrisse nell’ Indice dei libri proibiti, affiancando anche un commento” Una vita di Gesù malamente romanzata” .
Maria Valtorta morì nella propria casa di Viareggio il 12 ottobre 1961.
L’8 novembre del 2000, l’Ordine dei Servi di Maria ha tentato di far aprire un processo di beatificazione, ma mons. Bruno Tommasi, arcivescovo di Lucca, nella cui Diocesi è morta Maria Valtorta, ha proposto di udire l’arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli affermando che il Tribunale diocesano fosse già impegnato in un processo di beatificazione alquanto ponderoso.
Il cardinale Piovanelli, una volta designato quale giudice dalla Congregazione per le cause dei santi ha negato l’introduzione della causa, forte del parere negativo dei Vescovi toscani; parere le cui ragioni non sono state comunicate pubblicamente.