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Le streghe: simboli del male o guaritrici incomprese?

Le streghe, protagoniste della notte più spaventosa – e dolce – dell’anno, popolano le nostre credenze popolari da parecchi secoli. L’idea che abbiamo della festa di Halloween è un mix di influenze storiche e, più spesso, letterarie, cinematografiche, televisive. Dalla mitologia greca al Macbeth di Shakespeare, dal Mago di Oz a Rosmary’s baby fino alla saga di Harry Potter e Nightmare Before Christmas.

Dietro le leggende e le finzioni letterarie si nascondono storie tragiche, le quali hanno causato, tra la metà del trecento e la fine del settecento, moltissime vittime. Durante i periodi di carestia, disastri naturali, epidemie, in tutta Europa c’è sempre qualcuno pronto a testimoniare che, prima di una sciagura, c’erano una o più donne nei pressi dei campi mentre volavano o festeggiavano con strane danze, magari nude e in compagnia di qualche demone. Era ben più facile individuare capri espiatori, per lo più donne del popolo, da accusare di stregoneria.

Durante i numerosi processi per stregoneria, molte donne accusate confessavano di aver davvero volato su manici di scopa oppure aver incontrato dei demoni. Nel Medioevo, infatti, le proprietà di alcune erbe speciali non erano conosciute a molti, quindi il mistero legato a queste figure spesso femminili che erano capaci di guarire “miracolosamente” facevano pensare a qualche pratica magica (stregoneria).

Il medico e farmacologo specializzato in erboristeria della corte spagnola, Andrè Laguna de Segovia ha trovato, in casa di una donna accusata di stregoneria, “un vaso pieno di un unguento verdastro, composto di diverse erbe come la cicuta, la Belladonna, la Mandragora e il Giusquiamo”.

Questa “pozione”, vera e propria bomba per i sensi, è composta da alcune piante tossiche, perché in grado di alterare il sistema nervoso centrale. La pianta di Belladonna, secondo le leggende era consumata dal Diavolo in persona. La pianta contiene l’atropina, una sostanza che è in grado di far dilatare le pupille.

Anche oggi l’atropina è usata negli esami oftalmici. Ma se assunta in quantità eccessiva, gli effetti dell’atropina sono ben più seri e pericolosi:, con allucinazioni, agitazione, euforia, delirio extrasensoriale.

Altre sostanze contenente in questo intruglio sono, senza alcun dubbio, gli alcaloidi che sono composti vegetali che presentano uno o più atomi di azoto. Queste molecole hanno avuto una grande diffusione nella storia della medicina e nella farmacologia moderna. Altro elemento è la scopolamina, potente anestetico, capace anche di produrre euforia e di sciogliere la parlantina. Per questo è stato spesso sfruttato nei romanzi e film gialli per esempio, come siero della verità.

Le donne “streghe” esperte di erbe curative conoscevano gli effetti allucinatori di atropina e scopolamina, avevano in qualche modo capito che non erano particolarmente solubili in acqua ed era meglio non ingerire quelle erbe o i loro estratti. Dunque, gli estratti dalle erbe venivano perciò prima sciolti in olio e grasso, formando così una n sostanza simile a pomata da spalmare.

Anche le donne che realizzavano questi decotti assumevano queste sostanze, quindi erano vittime di potenti allucinazioni e, dunque da lì nascevano le loro “confessioni” di aver conosciuto demoni o aver volato sui manici di scopa.

Dunque, le povere donne erano accusate di essere streghe solo perché erano esperte delle proprietà di alcune erbe dette “magiche” e, quindi secondo la Chiesa, praticavano arti magiche perché convertite al paganesimo o perché aiutate da demoni.