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Le parenti di San Gennaro: tra storia e tradizione

Le parenti di San Gennaro, chi sono e qual è la tradizione cui si rifanno? La figura di San Gennaro a Napoli è legata oltre che al culto, anche alla tradizione culturale, artistica e sociale cui è collegata. C’è però una caratteristica che probabilmente in pochi conosceranno.

Esistono le parenti di San Gennaro, la cui storia è davvero interessante.

Nello specifico, le parenti sono: la sua nutrice, colei che dopo la decapitazione di San Gennaro, raccolse il suo sangue distribuendolo in tre ampolle, che si sciolgono rispettivamente: il 19 settembre, la vigilia della prima domenica di maggio e il 18 dicembre, anniversario dell’eruzione del 1631, quando si dice che le reliquie del santo furono esposte al porto e la lava si fermò proprio ai piedi della statua di San Gennaro. 

Tra i tanti fedeli che si recano al Duomo di Napoli per la liquefazione del sangue del Santo, esiste un gruppo di signore anziane, denominate con l’appellativo di parenti, componenti fondamentali del rito. L’origine delle donne è controversa ed interessante al tempo stesso; qualcuno afferma che si tratti realmente di parenti del santo, altri ancora sostengono che una delle donne fosse parente di Eusebia e così vicina al santo da sentirsi come una familiare, altri ancora che si trattasse di un gruppo di donne con il cognome “Ianuario”. Nel corso dei secoli la tradizione legata al sangue di San Gennaro si è notevolmente ampliata, crescendo in modo esponenziale, tra ferventi credenti e scettici.  Alle donne di un tempo, che si recavano al Duomo, oggigiorno si sono aggiunte altre signore di una certa età. Storicamente le prime tracce ufficiali di queste donne risalgono al XVII secolo.

Le donne che partecipano alla cerimonia della liquefazione del sangue di San Gennaro si siedono in prima fila, indossano una collana un medaglione sul quale è ritratto il Santo e con una cadenza ritmata scandiscono preghiere e litanie per far sì che il “miracolo” avvenga velocemente.

Soltanto loro possono rivolgersi direttamente al busto di San Gennaro, talvolta intonando anche delle imprecazioni se il miracolo tarda ad arrivare. Tra i più famosi l’appellativo “Faccia gialla”, in riferimento al colore del busto giallo di San Gennaro.

Una volta che il sangue si è liquefatto, si procede con allegri canti e festeggiamenti per il Santo, invocando il miracolo, anche in questo caso il tutto scandito secondo un preciso ritmo ed inserendo preghiere rivolte alla Madonna.