Le donne, vittime economiche della pandemia secondo VoxEu, periodico che si occupa di analisi politiche elaborate da un team di economisti. La pandemia e la conseguente crisi economica avrebbero colpito più le donne che gli uomini, a differenza di tutte le crisi economiche precedenti. Un fenomeno inedito dal punto di vista storico.
Nel corso della crisi economica del 2007-2009, un particolare termine si diffuse per descrivere l’impatto della recessione sull’occupazione maschile. Il termine è “mancession”, che deriva dall’unione dei termini man (uomo) e recession (recessione). Gli economisti utilizzarono questo termine per descrivere il calo occupazionale degli uomini nei settori dell’edilizia e dell’industria manifatturiera.
Il periodico ha coniato, in occasione di quest’analisi sulla crisi causata dalla diffusione del Covid-19, il termine shecession che deriva invece dall’unione di she (lei) e dalla parola recession. Questo termine descriverebbe, infatti, il particolare fenomeno economico causato dalla pandemia contemporanea per il quale, a perdere il lavoro, sarebbero per lo più le donne.
VoxEu sottolinea quanto gli sconvolgimenti economici e sociali del Coronavirus siano, nei fatti, una questione di genere. L’analisi mostra come in Gran Bretagna le madri abbiano circa una volta e mezzo più probabilità di perdere il posto di lavoro rispetto ai padri.
Negli Stati Uniti la situazione sarebbe addirittura peggiore. Nonostante le donne siano meno della metà della forza lavoro, solo nel mese di Aprile il 55% di esse avrebbe perso il posto di lavoro. Le vittime più colpite sono donne nere o ispaniche.
Ciò è direttamente collegato, secondo il team di economisti, al fatto che i settori più colpiti siano quelli in cui le donne sono maggiormente occupate. I settori che più stanno soffrendo a causa della pandemia sono turismo, commercio e cura della persona e dell’infanzia. Una situazione davvero preoccupante.
Le donne, vittime economiche della pandemia: l’occupazione femminile in Italia ai tempi del Coronavirus
L’economista Marcella Corsi, coordinatrice di Minerva, il Laboratorio di studi sulla diversità e sulle diseguaglianze di genere presso la Sapienza, Università di Roma, commenta la situazione dell’occupazione femminile in Italia con queste parole: “e così torniamo a confermare un dato che ci caratterizza da tempo: un tasso di occupazione femminile sotto il 50%“, nel corso di un intervento al Festival Internazionale 2020 tenutosi il 3 Ottobre.
Continua, l’economista e docente Marcella Corsi: “in particolare, tra prima e dopo il periodo di confinamento (il riferimento è al lockdown di marzo) poco è cambiato nella divisione del lavoro nei nuclei familiari: il lavoro in casa e per i figli è aumentato per tutti, ma per le donne questo è avvenuto in misura maggiore”.
I dati dell’Istat in merito sono preoccupanti. Sarebbero circa 470.000 le donne occupate in meno nel secondo trimestre del 2019, 323.000 in meno tra quelle con un contratto a tempo determinato. I numeri non mentono e dicono proprio questo: tocca alle donne il ruolo di vittime economiche della pandemia.
Anche un report di Save The Children conferma la tendenza al calo dell’occupazione femminile, soprattutto delle madri, in Italia. Il lavoro domestico, secondo le interviste, sarebbe aumentato del 74% mentre per quanto riguarda lo smart working, oltre una donna su due ha avuto la sensazione di avere carichi di lavoro maggiori rispetto al lavoro in presenza.
La direttrice esecutiva della Global Initiative for Economic, Magdalena Sepulveda, commenta con durezza questo andamento internazionale: “la crisi da Covid-19 riunisce tutti gli ingredienti di un cocktail devastante che potrebbe allargare le disuguaglianze e mettere a repentaglio i guadagni che le donne hanno ottenuto dopo aver combattuto faticosamente per decenni”.