Le arti marziali cinesi, chiamate in Cina wushu o gongfu, sono l’insieme degli stili e dei metodi delle arti marziali, patrimonio della cultura e del popolo cinese.
Storia delle Arti marziali cinesi
Il primo utilizzo del termine wushu risale alla dinastia Liang (tra il 502 e il 557), nella raccolta letteraria del principe ereditario Zhaoming. Nel 1927, con la nascita della ‘Palestra Centrale d’arte Nazionale di Nachino’, si diffonde l’espressione goushu che significa “arte nazionale”.
Durante la Cina di epoca feudale (221a.C.) l’elite dell’esercito era formata da guerrieri provenienti dalle classi nobili, addestrati in arti quali: la guida del cocchio da guerra, l’uso dell’alabarda e il tiro con l’arco. In questo periodo era molto utilizzata anche la spada, soprattutto sud del paese; quest’arma raccoglieva dei significati magico-sacrali tipici della tradizione cinese.
Il mito dei monaci guerrieri di Shaolin-sì
Pare che il mito dei bonzi guerrieri di Shàolín-sì risalga all’inizio dell’epoca Tang (618-907). Il documento più antico a questo proposito è una stele di pietra datata 728 che cita la partecipazione di alcuni monaci, a capo di un’armata, nella battaglia di Hulao del 621. Tuttavia, vari studiosi orientali e occidentali non ritengono che questo documento basti a comprovare la pratica marziale a Shaolin prima dell’epoca Ming (1368-1644), ma neanche ad escluderla.
I monaci guerrieri di Shaolin e la loro abilità nell’arte marziale, sono menzionati nelle cronache sulla repressione della pirateria nella regione del Zhejiang ad opera delle truppe Ming; ma anche in questo caso le notizie non sono chiare e appaiono contrastanti.
Molti degli stili oggi esistenti risalgono probabilmente al periodo tra la fine della dinastia Ming e l’inizio della Qing. Alla fine dell’Ottocento, con l’uso delle armi da fuoco e il rinnovamento dell’esercito cinese, il wushu perde valore in ambito marziale e ne acquisisce come tecnica di autodifesa. Alcuni importanti maestri, prima istruttori dell’esercito, svolgeranno la funzione di insegnanti della giovane borghesia cinese.
Con la nascita della Repubblica Cinese nel 1911 sorgono le prime scuole pubbliche di wushu e anche la prima “palestra statale” a Nanchino nel 1928. Il wushu è insegnato anche nelle accademie militari e alle forze di polizia.
Dopo la nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1948 la Commissione Cinese per l’Educazione Fisica, con l’intento di creare uno sport dalle radici tipicamente cinesi, crea il wushu, le cui caratteristiche principali sono definite nel 1956 e negli anni seguenti.
Leggende legate alle Arti marziali cinesi
Il wushu è ricco di leggende popolari sulla storia dei maestri e la nascita dei diversi stili. Tra i più famosi ce ne sono due. Il primo ha come protagonista il monaco indiano Bodhidharma, creatore dello Shaolinquan; il secondo il taoista Zhang, fondatore del Taijiquan.
Si narra che Bodhidharma raggiunse l’illuminazione dopo nove anni di meditazione in una grotta nel monastero di Shaolin. Dopo anni dalla sua morte alcuni monaci ritrovarono, in una parete della grotta, uno scrigno con un suo manoscritto nel quale li istruiva ad alcuni esercizi ginnici per rinforzare i loro corpi. I monaci ne ricevettero grande giovamento e svilupparono un’arte marziale grazie alla quale poterono difendersi dagli attacchi dei briganti e dalle belve feroci.
Di Zhang Sanfeng si racconta che fosse un eremita taoista, e che vivesse sul monte Wudang. Una notte sognò l’Imperatore Oscuro, dio del monte Wudang, che gli insegnò un pugilato col quale riuscì a eliminare da solo più di cento banditi. Secondo altre versioni della storia creò un’arte marziale grazie alla visione di un combattimento tra una gru e un serpente.
Il wushu, una disciplina che suscita un’enorme interesse in tutto il mondo, per il profondo legame con la cultura e la storia della Cina.