A circa 2700 anni fa risale la storia delle acque termali dei Campi Flegrei.
Secondo fonti storiche, le acque termali flegree vennero utilizzate all’inizio dai navigatori calcidesi che, nel 776 a. c., fondarono la città di Cuma.
Le acque termali hanno sempre avuto proprietà benefiche e terapeutiche. Pertanto, secondo molti autori latini, la città di Pozzuoli sarebbe nata proprio per tale motivo.
Dunque, i greci hanno occupato quella zona per l’elevata presenza di acque termali in grado di curare tantissime malattie diverse.
I greci tramandarono le notizie delle proprietà ai romani.
Infatti, furono proprio i romani a trasmettere, in tutto il mondo, la fama delle acque termali. Essi conferirono alla zona flegrea grande successo per le proprietà benefiche delle acque termali.
I principali centri termali di spicco, durante l’epoca romana, furono: Puteoli e Baia.
Con i romani le terme iniziarono a svolgere un’importante funzione sociale, cioè diventarono luogo di ritrovo per le classi ricche e povere, dove chiacchierare di diversi argomenti, che oscillavano dalla politica agli affari.
Dopo la caduta dell’impero romano, le terme flegree iniziarono a decadere lentamente, senza, tuttavia, mai smettere di funzionare.
A tal proposito, Flavio Cassiodoro ricorda che Ludovico II, nell’866 a.c., dopo l’occupazione di Capua, si era recato a Pozzuoli per usufruire di una terapia termale.
Le terme flegree vennero riattivate da don Pedro d’Aragona nel 1666.
Dunque, nel XVIII secolo, Baia e Puteoli ritornarono agli antichi splendori.
Napoli riscopre le acque termali nel periodo compreso fra la seconda metà del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo.
Nella zona compresa fra Pozzuoli e Coroglio nasce una vera e propria industria turistica termale, caratterizzata da diverse infrastrutture, che poi si trasformarono in stabilimenti balneari.
La fine delle terme flegree arrivò quando, su quel territorio, sorsero gli stabilimenti industriali dell’Ilva di Genova e l’Italsider.