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Lamborghini: 59 anni fa la nascita del mito

Sono passati 59 anni dalla nascita del mito Lamborghini, il marchio della nota automobile che è entrata nel mercato con la fabbricazione di trattori e, in seguito decise di fare il salto di qualità con la produzione di auto di lusso, “grazie” ad una discussione con Enzo Ferrari.

Infatti, Ferruccio Lamborghini possedeva una Ferrari e azzardò dei suggerimenti per correggere alcuni difetti, ma Enzo Ferrari non apprezzò il suggerimento rispondendo: “La macchina è perfetta, tu pensa a guidare e fabbricare i trattori…“.

Colpito nell’orgoglio, Ferruccio Lamborghini allestì subito un’autofficina moderna a Sant’Agata Bolognese, che chiamò Automobili Ferruccio Lamborghini S.p.A., dove impiegò i migliori ingegneri. E’ qui che fabbricò la sua prima berlina a due posti: la Lamborghini 350GTV, la quale venne esposta per la prima volta il 30 ottobre 1963 al Salone di Torino.

Come simbolo fu scelto il Toro, segno zodiacale di Ferruccio Lamborghini, richiamato in tutti i principali modelli: la “Diablo” degli anni Novanta, le “Murciélago” e “Gallardo” dei primi 2000, fino alla più recente “Huracán” presentata al salone di Ginevra nel 2014.

Il logo Lamborghini è semplice e lineare ma con una identità chiara e precisa: un toro dorato, ripreso nell’atto di combattere, si staglia su uno sfondo nero ed è circoscritto all’interno di uno scudetto dai contorni color oro.

Ferruccio Lamborghini, nasce nell’aprile del 1916, proprio sotto il segno del Toro. Ecco, dunque, il riferimento: il legame fra l’azienda e il suo ideatore e la forza tipica del toro. Nel logo il colore dorato del toro è contrapposto al nero dello sfondo, due tonalità decise e in forte contrasto tra loro. L’oro dona lucentezza, il nero carattere.

Non trovandosi un acquirente, il 28 febbraio 1980 la Lamborghini venne messa in liquidazione. Il tribunale di Bologna accettò l’offerta di 3,85 miliardi dei fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, giovanissimi imprenditori dello zucchero.

Il 23 maggio 1981 fu formalizzata la cessione dell’attività che prese il nome di “Nuova Automobili Lamborghini”. Grazie al rinnovamento, l’attività della fabbrica riprese a pieno ritmo con l’arrivo dei capitali necessari.

Inaspettatamente, nell’aprile del 1987 i fratelli Mimran vendettero la Lamborghini al colosso americano Chrysler. Questo cambio di gestione improvviso, fu inizialmente accolto con entusiasmo e diede ulteriore impulso all’azienda, ma ben presto nacquero notevoli problemi perché i due marchi non andavano d’accordo. I dirigenti americani proseguirono con la produzione per dare un erede alla Countach, ma gli studi tecnici furono trasferiti oltreoceano, cosa che rallentò sensibilmente i lavori.

Il 21 gennaio 1994 la Chrysler annunciò inaspettatamente la cessione dell’azienda per 40 milioni di dollari e Lamborghini fu ceduta alla Megatech, una società con sede legale alle isole Bermuda che non si occupava di auto. La Megatech era a sua volta una divisione di Sedtco Ltd, gruppo indonesiano che si dimostrò inesperto negli investimenti e su come condurre una fabbrica di auto sportive. Lo sviluppo si concentrò sull’unico modello disponibile del quale vennero prodotte numerose versioni, la più importante delle quali fu la Diablo Roadster nel 1995.

Nel 1998 la Lamborghini fu acquisita dall’Audi, costruttore abbastanza solido ed esperto da poter garantire alla casa bolognese un piano industriale adeguato. La nuova proposta Lamborghini avrebbe dovuto offrire qualcosa a livello tecnico e delle prestazioni, quindi iniziò la produzione del motore V10 l’elemento caratteristico principale del modello.

Per festeggiare il cinquantenario della casa fu presentata la showcar monoposto Egoista. Dal 15 marzo 2016 nuovo presidente e amministratore delegato è Stefano Domenicali, già direttore sportivo della scuderia Ferrari che da gennaio 2021 ha lasciato l’incarico.