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LA VENERE DEGLI STRACCI. E volano gli stracci

LA VENERE DEGLI STRACCI. E volano gli stracci

 

La Venere degli Stracci è una delle opere più rappresentative ma anche più controverse dell’arte contemporanea. L’autore è Michelangelo Pistoletto, artista oggi  ultranovantenne e maestro dell’Arte Povera, che  realizzò la prima versione dell’opera, che è ospitata alla Fondazione di Biella a lui intitolata, nel 1967 ispirandosi alla Venere col pomo del grande scultore neoclassico danese Bertel Thorvaldsen.

L’opera di Pistoletto è di ispirazione neoclassica, come facilmente si intuisce osservando la Venere girata di spalle. Ben altra  ispirazione, l’Arte Povera, ha suggerito di affiancarla con un mucchio di vestiti accatasti , secondo i suoi principi  che sono essenzialmente basati sull’uso di materiali di scarso pregio da elevare a dignità artistica.

Le diverse versioni della Venere degli Stracci

Inizialmente concepita in cemento, poi in gesso, poi in marmo, ne esistono varie versioni che hanno in comune la collocazione appoggiata ad un muro. Pare che all’artista  l’idea venne proprio osservando  una statua appoggiata ad un muro  nel disordine generale del suo atelier, parzialmente ricoperta di stracci e materiale vario .

La versione napoletana di Piazza Municipio, anzi potremmo dire le due versioni in considerazione dell’incendio che ha distrutto la prima, ha due particolarità. Intanto ha dimensioni monumentali, molto più grande rispetto alle versioni precedenti, e poi non è appoggiata ad un muro . Pertanto la montagna di stracci è di forma conica perché così più  adatta ad essere osservata da ogni lato, come avviene in una piazza.

Le polemiche sulla Venere degli Stracci

Le polemiche che hanno sempre accompagnato quest’opera dopo l’incendio dello scorso anno si sono ulteriormente rinfocolate , termine assolutamente appropriato date le circostanze. Alcuni poi non hanno nascosto (salvo poi a passare dalla gioia alla delusione avendo saputo che sarebbe stata rifatta) una malcelata soddisfazione alla notizia del rogo.

C’è chi la detesta, chi ne sottolinea il notevole costo a carico delle casse comunali, e altri non condividono la scelta della sede. Alcuni hanno sottolineato come nella versione monumentale ci sia un diverso rapporto proporzionale tra la statua e il cumulo di panni, che farebbe perdere grazia alla dea. Altri  addirittura la definiscono la più brutta scultura opera di  un artista italiano vivente.

L’incendio della Venere degli Stracci

I pareri sono molto variegati, oscillando tra coloro che hanno visto nel falò un gesto iconoclasta e coloro che lo hanno interpretato addirittura come un’istigazione al femminicidio (questo avrebbe detto la moglie di Pistoletto). Oppure hanno interpretato il gesto del clochard  come una performance provocatoria, per non parlare di chi ha ritenuto che la pena di quattro anni inflitta all’autore sia eccessiva considerando il valore non altissimo dell’opera.

Infine c’è chi  ritiene che la Venere degli Stracci, da molti anni ripetutamente riproposta in versioni solo leggermente diverse tra loro ma fondamentalmente sempre uguali, abbia ormai perso la sua originaria e dirompente carica artistica. La Venere degli Stracci. E volano gli stracci.

Il significato della Venere degli Stracci

Nella Venere degli Stracci risalta immediatamente il contrasto tra  i colori alla rinfusa e il bianco candore della statua. Tra l’equilibrio delle proporzioni classiche e la caotica ammucchiata dei panni usati. Tra la  bellezza statuaria eterna e universale e la orrenda banalità di oggetti commerciali ormai inutili e destinati al macero. Tra l’antichità e la contemporaneità. Un’opera che si presta a molteplici interpretazioni. L’abbinamento di due elementi diametralmente opposti fa risaltare ed esaltare entrambi, ognuno dei quali non ha senso senza l’altro. La Venere, la bellezza, dà nuova linfa a una società consumistica prossima all’estinzione, mentre gli stracci diventano arte se valorizzati dalla bellezza.

Il futuro della Venere degli Stracci

Quale futuro è riservato all’opera ? Si dice che a Giugno verrà smontata per essere collocata in una sede definitiva. Tra quelle proposte si vocifera anche una chiesa ( S.Pietro ad Aram)

Non sarà facile trovare per la Venere una nuova collocazione adeguata proprio a causa delle sue grandi dimensioni. Ma è proprio indispensabile spostarla da Piazza Municipio? Non si era detto che questa nuova Piazza , disegnata dai portoghesi Alvaro Siza e Souto de Moura, è un enorme contenitore vuoto?

L’attuale collocazione è compatibile con l’uso di questo spazio urbano che resta in massima parte disponibile per eventi di vario genere. I napoletani ed i turisti, a prescindere dalle loro iniziali opinioni e anche dalle loro perplessità, hanno iniziato a familiarizzare con quest’opera.

La Venere degli Stracci a Piazza Municipio

Perchè dunque spostarla in un luogo chiuso ? Proprio Napoli, dove i contenitori della raccolta dei vestiti usati vengono sistematicamente saccheggiati per rivenderli  nei mercatini abusivi e  dove ai piedi di questi contenitori si formano continuamente cumuli di panni, è la città ideale per la Venere di Michelangelo Pistoletto.

Non solo perchè è un’opera di indiscutibile valore artistico e ormai fa parte dello skyline di Piazza Municipio. Ma anche perchè lasciarla presso la mole imponente del Maschio Angioino avrebbe un grande valore simbolico. Napoli, la città dove aristocratici e straccioni, signori e pezzenti, patrizi e plebei vivono fianco a fianco da secoli. Dove più che in ogni altra  bello e brutto, infimo e sublime, miseria e nobiltà convivono in ogni suo angolo senza peraltro riuscire ad affermare la propria supremazia.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche, storiche, mitologiche (sirene, luna) ed artistiche (cupole e chiostri napoletani) riguardanti in particolare località campane, nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.