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La tomba di Dracula è a Napoli?

La tomba di Dracula è a Napoli?

 

Chi era Dracula

Dracula è il personaggio leggendario protagonista dell’omonimo romanzo in stile gotico dello scrittore irlandese Bram Stoker, pubblicato nel 1897.

La storia è ambientata a Londra. Il Conte Dracula vi si trasferisce dalla Transilvania per crearvi  un impero di vampiri da lui guidato.

Nomi e soprannomi

Fu probabilmente ispirato dalle gesta del Principe Vlad III di Valacchia (1431-1476) noto con il soprannome di Drăculea (poi passato in Occidente come “dracula”) che, in romeno, significa  “figlio di Dracul” (drago) .

Era il soprannome del padre Vlad II , appartenente all’Ordine del Drago, confraternita fondata per proteggere il cristianesimo nell’Europa Orientale contro l’espansionismo turco.

L’altro soprannome di Vlad III , quello di Țepeș (“l’impalatore”) gli derivò dall’atroce pratica che era solito usare verso i prigionieri di guerra. Proprio la sua crudeltà favorì il diffondersi di voci sulla sua efferatezza, e probabilmente anche per questo fu  associato ad atti di vampirismo.

La tomba di Dracula è in Romania ?

 

Non si conosce l’esatta ubicazione della Tomba di Dracula, al secolo Vlad III Dracul di Valacchia. La tradizione romena vuole che sia nel convento di Snagov , su un’isola di un lago nei dintorni di  Bucarest.

Tuttavia ci sono molti dettagli poco chiari. Fin dall’Ottocento i monaci di Snagov indicavano ai visitatori una lastra tombale sul pavimento della chiesa, con l’ iscrizione illeggibile.

Precisavano anche che era stata collocata in quel punto proprio perché venisse calpestata in senso dispregiativo. Ma durante scavi archeologici effettuati negli anni Trenta all’interno della tomba non furono trovati resti umani.

Il mistero romeno

A questo punto furono effettuate altre ricerche e fu trovata  una seconda tomba con una bara rivestita di porpora dalle cuciture dorate.

Avvolto dal tessuto un corpo maschile, vestito di velluto color rosso porpora, con un anello turchese su cui era incisa una strana creatura (forse un drago ?).Tuttavia poco dopo l’apertura della bara a contatto con l’aria il corpo si decompose rapidamente impedendo ulteriori ricerche sulla salma.

Ma l’identificazione col terribile Vlad era resa problematica dalla presenza del cranio. Le  notizie storiche infatti riportavano come la testa di Vlad, dopo essere stato ucciso, fosse stata tagliata e portata a Costantinopoli.

A questo punto alcuni ipotizzarono che si trattasse piuttosto  di Vlad II Dracul, padre dell’Impalatore. Ipotesi supportata dalla presenza dell’anello con il drago simbolo dell’Ordine del Drago, di cui Vlad II faceva parte.

C’è da dire che gran parte degli oggetti trovati nella tomba furono rubati dal Museo Municipale di Bucarest dove erano stati portati per ulteriori indagini.

La tomba di Dracula è a Napoli ?

La tomba di Dracula è a Napoli? La storia inizia quando il ricercatore Raffaello Glinni, analizzando testi  del XV e XVI secolo, iniziò ad incamminarsi sulla pista dell’aristocratica slava Maria Balsha, stabilitasi nel Regno di Napoli. Presunta figlia segreta di Vlad Dracul, ne avrebbe portato in  segreto i resti conservandoli nella tomba un tempo nella chiesa ed ora nel chiostro di S.Maria la Nova.

Dracula sparì per sempre nel 1476, durante una battaglia contro i Turchi, e il suo corpo non fu mai ritrovato. Un pool di studiosi ha avanzato appunto l’ipotesi  dell’esistenza di una figlia di Dracula, la principessa Maria Balsha, nipote di Mattia Corvino e di Beatrice d’Aragona.

Rimasta orfana, sarebbe stata condotta in segreto a Napoli all’età di circa 6 anni, per essere posta sotto la tutela di Isabella  Del  Balzo, moglie del  Re Ferrante d’Aragona. Avrebbe poi sposato Alfonso Ferrillo, duca di Acerenza.

Il mistero napoletano 

Fu però la dottoranda Erika Stella, nelle sue ricerche sulla famiglia Ferrillo quale tema della sua tesi, a fare per prima l’ipotesi sul sepolcro nel chiostro. Aveva notato alcuni simboli. Poco avevano a che fare con l’ospite ufficiale della tomba, ossia Matteo Ferrillo.

Ricapitolando, l’ipotesi è che Dracula  non sarebbe stato ucciso in battaglia, ma riscattato a Costantinopoli, dove era prigioniero, dalla figlia Maria Balsha. Poi lo avrebbe portato in Italia, dove già viveva da anni, essendo sposata con un alto funzionario del governo aragonese di Napoli, Giacomo Alfonso Ferrillo. Qui Vlad Dracul avrebbe vissuto un esilio dorato, ospite di Giorgio Rea, ricco notabile del Regno di Napoli.

Alla sua morte,non potendo celebrare un funerale pubblico , sarebbe stato tumulato nella tomba del suocero, Matteo Ferrillo. Tomba che  ancora oggi si trova nel chiostro di Santa Maria La Nova,mentre prima era nella chiesa.Sulla tomba di Ferrillo compaiono due dragoni oltre a vari particolari considerati di origine slava.

Nella cappella in chiesa dove era in origine c’è ancora una misteriosa epigrafe. Scritta  in una lingua che, ancora oggi, non è mai stata tradotta perché sconosciuta. L’unica parola decifrata è proprio Vlad, che ricorre più volte.

Le ricerche proseguono 

Per chiarire il mistero della tomba sono state effettuate ricerche ufficiali che hanno coinvolto accademici, in particolare l’Istituto Orientale di Napoli.

Ricerche che hanno rivelato l’assenza di resti umani nel sepolcro. Tornando al grande drago scolpito, se Dracul in romeno può essere tradotto come “demonio”.

Per  altri invece il secondo nome del terribile Vlad deriverebbe da suo padre. Che apparteneva all’Ordine del Dragone. Ordine cui apparteneva anche il Re di Napoli Ferrante di Aragona (1424-1494)

Ci fermiamo qui. Le ipotesi e le controipotesi sono tante. Anche gli scettici sono tanti. Meglio dunque non andare oltre. Lasciando che la fantasia si sbizzarrisca davanti alla tomba e ora anche al busto collocato un anno fa nei suoi pressi.

Un busto in bronzo realizzato dallo scultore George Dumitru e donato dalla Societa Culturale Storica “Mihai Viteazul” di Plojesti con il supporto del governo rumeno attraverso il Dipartimento per i Rumeni nel mondo.

In fondo anche molti romeni  hanno dimostrato, con questa donazione , di credere più all’ipotesi napoletana che a quella della madre patria.