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La televisione: la sua origine e la sua evoluzione

Come già sappiamo, il primo esemplare della moderna televisione risale al 1925, ma già prima c’erano stati tentativi per la trasmissione di immagini da lontano. Sono poche quelle invenzioni che hanno avuto un impatto potentissimo sulla società.

Infatti, la televisione, per molti decenni si è imposta come il più potente mezzo di comunicazione di sempre, divenendo una presenza fissa nelle case e stimolando cambiamenti culturali, linguistici, psicologici, economici, sociali e persino politici.

Sappiamo che il primo esemplare dei moderni televisori fu presentato al pubblico nel 1925 dall’inventore scozzese John Logie Baird, ma già prima si tentò di realizzare sofisticati strumenti per la trasmissione di immagini “da lontano”.

I primissimi progetti di televisione risalgono al 1883 dall’inventore tedesco Paul Gottlieb Nipkow. Era composta principalmente da una lastra circolare rotante con dei piccoli fori disposti a spirale che, attraversati da una luce che interagiva con una fotocellula in selenio, consentivano di scansionare un’immagine scomponendola in tanti riquadri disposti su più linee.

Le variazioni di luminosità venivano tradotte in impulsi elettrici e trasmessi a un ricevitore che li ritrasformava in segnali luminosi, riproducendo su uno schermo l’immagine registrata.

Dopo quarant’anni John Logie Baird riprese in mano l’idea di Nipkow perfezionandola e, quindi nel 1925 diede forma al primo sistema televisivo, basato su un mix di componenti elettroniche e meccaniche e perciò detto “elettromeccanico”.

Dopo aver mostrato il funzionamento della sua invenzione alla stampa e alla Royal Institution (illustre organizzazione scientifica inglese), nel 1927 Baird, usando una linea telefonica, trasmise un segnale televisivo per oltre 600 km, tra Londra e Glasgow, mentre nel 1928 fu il turno della prima trasmissione transoceanica, tra Londra e New York con dei primi, rudimentali test con immagini a colori.

Nel corso degli anni Trenta, il sistema di Baird cadde in disuso, a favore di un televisore completamente elettronico. Questa tecnologia era stata proposta nel 1927 dall’americano Philo Farnsworth e si fondava sull’uso di raggi catodici, cioè fasci di elettroni concentrati in un dispositivo detto tubo catodico, ideato nel 1897 dal fisico tedesco Ferdinand Braun.

Convogliati su una superficie fotosensibile, i fasci generavano le immagini. Analoghe sperimentazioni furono svolte da Vladimir Zworykin, ingegnere russo emigrato negli Stati Uniti.

Quind, i primi schermi a tubo catodico furono fabbricati nel 1934 dall’azienda tedesca Telefunken, che li “incastonò” in eleganti mobili di legno. Bisognerà però attendere il Dopoguerra affinché i nuovi televisori iniziassero a diffondersi in modo capillare, fino a diventare oggetti d’uso quotidiano.

In Italia le trasmissioni iniziarono nel 1954 con il Programma nazionale, il primo canale Rai, che svolse una funzione sia aggregativa sia pedagogica, in un Paese dove erano ancora molti gli analfabeti.

A livello globale, i momenti clou in questa fase della storia della tv furono il dibattito politico tra Kennedy e Nixon nel 1960), e la telecronaca dello sbarco sulla Luna (1969). Intanto, sempre a partire dagli Usa, andarono aumentando gli apparecchi a colori, basati sulla tricromia (composizione di tre colori, rosso, verde e blu), mentre già dalla fine degli anni Cinquanta avevano fatto il loro esordio i telecomandi senza fili.

Con il XXI secolo i vecchi e ingombranti televisori hanno ceduto il passo a modelli ultrapiatti, capaci di ricevere segnali digitali e non più analogici: schermi al plasma, cioè dove una miscela di gas è inserita tra due pannelli di vetro, Lcd con cristalli liquidi e Led, cioè a basso consumo.