Era il 5 novembre 1872 quando Susan Anthony votò per la prima volta alle elezioni presidenziali e venne arrestata per aver violato la legge. Alle donne, infatti, era vietato votare e il suo costituiva un reato. Quel giorno guidò con sé 16 signore e riuscirono anch’esse nell’intento, afferrando le schede, votando e inserendole nell’urna.
Appena scarcerata e in attesa del processo del 17 giugno dell’anno dopo girò tutte le 29 Contee dello Stato parlando in piazza: “E’ un crimine per un cittadino degli Stati Uniti votare?”
Al processo venne condannata al pagamento di una multa di cento dollari. A quel punto Susan Anthony dichiarò davanti alla corte che non avrebbe pagato neanche un dollaro per una condanna così ingiusta. Affermò che si trattava di leggi fatte dagli uomini, amministrate dagli uomini e contro le donne, risaltando così la sua indignazione.
Nel 1851 conobbe l’altra famosa femminista Elizabeth Cady Stanton con la quale fu grande amica e collega. Attraversarono insieme gli Stati Uniti tenendo discorsi e tentando di convincere il governo che uomini e donne dovessero avere pari diritti.
Il 1° gennaio 1868 la Anthony, in collaborazione con Elizabeth Stanton, diede alle stampe il primo numero del settimanale The Revolution che mirava a promuovere il diritto al suffragio delle donne e degli afroamericani (anche su quest’ultima questione la Anthony si batteva con forza).
La donna utilizzò The Revolution come mezzo per la sua campagna a favore dell’uguaglianza e scrisse sul settimanale articoli riguardanti vari temi legati ai diritti delle donne. Il quotidiano trattava anche di altri temi sociali, come il diritto a un salario equo e la posizione della Chiesa sulle questioni femminili.
Susan Anthony fu vicepresidente e poi presidente dell’Associazione Nazionale per il suffragio delle donne fondata da lei e la Stanton.
Tentò, inoltre, di sollecitare alla causa suffragista anche le appartenenti al movimento operaio, ma con scarsi risultati, poiché il suffragio era visto come un privilegio delle donne del ceto medio piuttosto che di quelle del ceto operaio e anche perché Susan le incoraggiò apertamente a raggiungere un’indipendenza economica entrando nell’industria tipografica, dove all’epoca i lavoratori maschi erano in sciopero
La Anthony cominciò a concentrarsi unicamente sulla conquista del voto e tale posizione venne criticata aspramente dalla Stanton che non condivideva che ella si dedicasse esclusivamente alla questione del suffragio e non vedesse la schiavitù religiosa e sociale della donna.
Non c’è che dire: ella è il ritratto di una combattente tenace, forte e ostinata.