Stamane, Mustafa Bali, l’ambasciatore delle Forze Democratiche Siriane, ha trionfalmente annunciato la sconfitta ufficiale e definitiva dello stato islamico interno alla Siria, costituito dalle forze Isis.
Enormemente supportate dagli alleati, le milizie curde hanno spazzato via quel che restava del cosiddetto califfato, riuscendo così nella disfatta totale dell’esercito capeggiato dall’organizzazione terroristica.
«Le Forze democratiche siriane dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto califfato e la sconfitta territoriale al 100 per cento dell’Isis. In questo giorno unico, commemoriamo migliaia di martiri i cui sforzi hanno reso possibile la vittoria», ha dichiarato Bali.
Mazlum Kobane, alla guida del partito democratico siriano, si proclama fiero della vittoria riportata su Daesh, sottolineando il considerevole contributo apportato dalle potenze alleate, nel corso della cerimonia svoltasi all’oleodotto di al-Omar, nella provincia siriana orientale di Deir Ezzor.
Durante l’evento, la bandiera americana e lo stendardo delle Forze Democratiche Siriane sono stati innalzati, mentre uomini e donne facenti parte dell’alleanza curdo araba hanno sfilato per le vie.
Sul sito Twitter, la schiacciante conquista è stato immediatamente riportata al mondo intero, tramite diversi post ed hastag.
Fin dall’estate del 2014, momento in cui l’Isis aveva raggiunto l’apice della propria egemonia sul territorio siriano, con la conquista di Masul, nell’Iran settentrionale e la fondazione del califfato, la Siria è stata compatta nel resistere strenuamente alla spietata manica di terroristi di religione islamica.
Baghuz, una delle zone più ricche e fertili dell’intera nazione, era l’ultimo territorio caduto nelle mani di uno Stato Islamico che aveva stretto nella sua morsa un intero Paese.
Lo stato siriano, tuttavia, grazie alla forza e alla perspicacia delle sue forze militari e delle sue menti, è riuscito a riappropriarsi delle proprie terre e della sua stessa ex capitale, la città di Raqqa, la vecchia Callinico.