La sceneggiata teatrale napoletana nasce nel primo dopoguerra. Stiamo parlando del periodo intorno al 1920 per culminare intorno agli anni 1940. Questo genere teatrale nasce con l’intento di unire al teatro la musica e contiene anche un melologo, cioè un monologo con parti drammatiche e fortemente pregne di emotività. Questa corrente teatrale, inizialmente, intrattenne gli spettatori per un ventennio.
Ebbe, in seguito, una seconda vita. A metà degli anni ’60, la sceneggiata viene considerata nuovamente. In effetti, all’epoca Mario Merola rappresentava un ottimo interprete del genere.
Infatti, l’attore natìo di Castellammare di Stabia, raggiunse ben presto l’apice del successo. Stiamo parlando di un modo di inscenare totalmente campano. Un modo di recitare tanto particolare e tanto singolare da rompere i confini regionali prima e nazionali poi.
L’aneddoto che bisogna conoscere: l’artista campano, inizialmente, non si dedica alla recitazione per passione e inclinazione naturale. Infatti sarà dapprima calciatore, poi seguirà la propria passione per il canto. Per questo motivo sarà una casualità l’ingresso sul palco teatrale dell’attore stabiese. Sarà una festa di paese, poi, a far emergere il talento di quello che all’epoca era un semplice scaricatore di porto. Dopo qualche tempo, arriva la prima interpretazione presso il Teatro Sirena di Napoli.
La sceneggiata dal nome “Malufiglio”, inaugurerà la carriera artistica dell’interprete napoletano. Mario Merola, non abbandonando mai la passione per la musica, in questo periodo diverrà un vero e proprio scovatore di talenti. Egli stesso noterà un giovanissimo Massimo Ranieri. Riuscirà a calcare il palco, non ancora famoso, con Claudio Villa negli Stati Uniti.
Tra gli anni settanta e ottanta la sceneggiata napoletana viene trasmessa in televisione. Solitamente lo spettacolo contiene tre interpreti fondamentali: Lui, lei e il mascalzone. In dialetto napoletano, “Isso, essa e o’ malamente“. In genere, gli attori che fungono da aiutanti sono i seguenti: la mamma, il piccolo e il comico.
Rispettivamente, “a’mamm, o’nennillo, e o’ comic”.
Una famosissima sceneggiata dell’interprete napoletano del genere ha il titolo de: “Zappatore“. Un’opera teatrale risalente al 1930 e riportata in scena dall’artista ben cinquanta anni dopo. Questa particolare ambientazione, molto amata negli Stati Uniti, creò la condizione necessaria per il doppiaggio in inglese, francese, turco, arabo e tedesco.
Diverse le sceneggiate, più amate, che consacrarono il Merola attore teatrale e cinematografico. Tra queste: “Lacrime Napulitane, Zappatore, I figli so piezzi’ e core.”
L’attore, cantante e compositore è stato il rappresentante di un genere teatrale tutto napoletano. Ha saputo esportare la nostra cultura in Italia e nel mondo. Ed è ancora oggi apprezzato dal pubblico.