La ripresa è lenta, i sostegni sono insufficienti e i lavoratori dello spettacolo si trovano ancora una volta in netta crisi rispetto agli altri lavoratori.
I lavoratori dello spettacolo lanciano un altro grido di aiuto per la situazione critica che stanno attraversando e che ancora non da segni di una ripresa sostanziale.
“I cosiddetti bonus sono diminuiti in quantità e frequenza rispetto alle erogazioni del precedente Esecutivo e l’impegno per risolvere le problematiche di sussistenza sta impiegando troppo tempo a trovare soluzioni nuove e adeguate non soltanto ai tempi di emergenza ma nell’ottica necessaria di una visione più ampia e strutturale. Spiace dirlo ma i tentativi fatti fin qui e quelli annunciati negli imminenti provvedimenti governativi ci paiono ancora carenti di una concreta conoscenza delle peculiarità lavorative del nostro settore e privi per questo di una autentica visione di rilancio di una politica culturale che possa dirsi adatta al nostro Paese. A questo proposito ribadiamo quanto sia necessario, ora più che mai, lavorare a un modello sostenibile di reddito di discontinuità che riconosca a pieno titolo la natura intermittente del nostro lavoro, un modello adottato da anni in diversi Paesi Europei”
Il sostegno “bis” del valore di 1.600 euro previsti per per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, i somministrati, gli autonomi occasionali, intermittenti, i lavoratori dello spettacolo e i venditori a domicilio è in ritardo sulla tabella di marcia! Nei giorni scorsi gli uffici dell’istituto previdenziale avevano fatto sapere che i pagamenti erano “in elaborazione” e i soldi sarebbero arrivati sul conto corrente tra lo scorso weekend e i primi giorni di questa settimana. Ma finora nessuno ha ricevuto il bonifico. Ancora peggio va a chi deve presentare domanda: la procedura online non è ancora stata attivata.
I lavoratori dello spettacolo si trovano così ancora una volta in fondo alla lista delle priorità, ancora una volta lo spettacolo subire ritardi e poco supporto.
Gli spettacoli ci sono certo, ma quanti in base alla media normale ? Quanti spettacoli ci sono in relazione a quanti lavoratori sono a casa?
È di poche ore fa quindi una accalorata lettera di aiuto indirizzata al governo per cercare di rimanere a galla:
Non staremo qui a ribadire per l’ennesima volta l’importanza della Cultura per la fase di rilancio dell’identità nazionale, così come non rimarcheremo quanto importante possa essere l’industria dell’immaginario per uscire definitivamente, come è accaduto in passato, dall’incubo della pandemia. Non lo faremo per non usurare anche questi pensieri, così reali e così fragili.
“Diremo soltanto che le lavoratrici e i lavoratori – che fino a questo momento si sono spesi con estrema compostezza e a titolo di volontariato per tentare di fronteggiare la tragedia lavorativa che hanno vissuto – sono più che mai concentrati sugli obiettivi che da più di un anno chiedono e che continueranno a perseguire, raddoppiando lo sforzo se sarà necessario: riconoscimento di categoria, diritti, lavoro e soprattutto un atteggiamento da parte delle imprese (sia quelle pubbliche che, in modo differente, quelle private che vanno maggiormente coadiuvate) di effettiva e paritaria collaborazione”
“Torniamo per questo a chiedere alle Istituzioni e al mondo politico di riconoscere l’importanza della Cultura non solo a parole ma come investimento reale. Un investimento al quale chiedere non soltanto un auspicato ritorno economico immediato come accade per ogni altra attività di filiera, ma al quale demandare risultati in termini di benessere sociale, affrancamento dall’ignoranza e miglioramento della vita individuale di ogni cittadino”