Il termine Parlesia indica un linguaggio “segreto” utilizzato dai musicisti napoletani; considerato una sorta di dialetto della lingua napoletana.
Si tratta di un linguaggio usato dai teatranti e in particolare dai musicisti. È un modo per capire se si appartiene o no alla stessa famiglia. Scopo principale della parlesia è quello di non farsi capire da tutti.
Appunisci a parlèsia”? Un’espressione tipica per capire se la persona con la quale si parlava provenisse da quel determinato ceto sociale e quindi conoscesse l’antica lingua “segreta” dei musicisti napoletani.
Negli anni Ottanta del Novecento la Parlesia venne utilizzata e riproposta nei testi di alcuni famosi artisti napoletani, tra i quali Pino Daniele, James Senese e Enzo Avitabile.
Il sottodialetto napoletano è utilizzato anche dai posteggiatori, ma anche da tanti venditori ambulanti per attirare l’attenzione.
Questo linguaggio, sconosciuto a lungo, indecifrabile anche dai linguisti, ora è diventato più o meno comprensibile, tant’è che esistono diverse versioni tradotte presenti sul web.
Con il trascorrere del tempo la Parlesia è andata in disuso, anche se fortunatamente i grandi artisti della musica napoletana continuano ad utilizzarla.
Parlesia: analisi linguistica e culturale
Imparare la Parlesia non è facile e affinché ciò avvenga è necessario vivere con i musicisti. Molte parole possono avere un significato completamente opposto rispetto al contesto di appartenenza e nettamente diverso dal modo in cui si pronunciano. Ad esempio: bagaria. Il termine significa originariamente confusione, ma “che bagaria” può significare tante cose differenti, che variano in base a fattori esterni, tra i quali l’intonazione, il contesto socio-culturale, l’argomento di cui si dibatte.
Dal punto di vista lessicale, la parlesia prende in prestito dal napoletano alcune caratteristiche fonetiche, morfologiche e sintattiche, che la rendono un linguaggio unico e si potrebbe dire “folkloristico”.
La versione attuale della Parlesia ha subito tantissime trasformazioni, contaminandosi di neologismi vari, e “colorandosi” di tante sfumature.
La Parlesia oggigiorno rappresenta una vera e propria tradizione linguistica e culturale, anche se non esistono testimonianze scritte ufficiali. Quando nacque, infatti, nessuno pensava che tale linguaggio diventasse celebre e risvegliare i cuori degli artisti napoletani.
Esso è un linguaggio da consorteria, un “dialetto nel dialetto”, al contempo simbolo identitario contro l’omologazione culturale.