La morte di Marat è un celebre dipinto del pittore francese Jacques-Louis David, realizzato nel 1793. L’opera raffigura la morte di Jean-Paul Marat, un importante giornalista e politico della Rivoluzione francese, assassinato nel suo bagno da Charlotte Corday.
La storia del delitto inizia due giorni prima, quando arriva in città Charlotte Corday, una giovane attivista dei Girondini, gli avversari dei Giacobini. Pensa che Marat stia tradendo gli ideali della Rivoluzione francese e ha deciso di ucciderlo. Vorrebbe pugnalarlo durante un’assemblea pubblica ma scopre che Marat non esce più di casa da tempo: soffre di una malattia della pelle che lo costringe a passare le giornate nella vasca da bagno per alleviare il dolore.
Allora decide di ucciderlo a casa sua. Armata di un lungo coltello da cucina, prepara una lettera per Marat fingendo di volergli confidare i nomi di alcuni traditori. Il trucco funziona: Marat la riceve e la invita a sedersi accanto alla vasca per ascoltare l’elenco di Quando però Marat dice a Charlotte che quegli uomini verranno decapitati, lei balza in piedi facendo cadere la sedia, afferra il coltello nascosto sotto lo scialle e lo sferra contro il petto di Marat. Per lui non c’è più nulla da fare, gli restano pochi istanti di vita.
Charlotte non tenta la fuga, ma il trambusto attira la compagna del rivoluzionario che lancia l’allarme.
La notizia della morte di Marat si diffonde istantaneamente. La Corday è arrestata. Confessa il delitto ma è fiera di averlo commesso: «Ho ucciso un uomo per salvarne centomila!» dichiara davanti al giudice. Condannata a morte, viene decapitata la sera del 16 luglio.
L’assassina non viene raffigurata. Marat tiene in mano la sua lettera come prova del tradimento e della colpevolezza della Corday.
L’altro braccio di Marat penzola fuori dal bordo.
Non è una posizione casuale: quel braccio che scivola in basso è un chiaro riferimento al braccio di Cristo nella Pietà di Michelangelo e nella Deposizione di Raffaello. L’intento simbolico (e propagandistico) è chiaro: David sta paragonando Marat a un Cristo laico, un martire che ha sacrificato la vita per il suo popolo.
Louis David, amico intimo di Marat, viene subito incaricato di realizzare un dipinto celebrativo. Entro il mese di ottobre il quadro è pronto. Ma è molto diverso dalla scena reale descritta dalle cronache dell’epoca: non ci sono gli arredi, la sedia caduta, la confusione.
Il rivoluzionario è raffigurato dopo il delitto, abbandonato nella vasca con la testa reclinata di lato e un braccio steso verso terra. Un ampio sfondo scuro rende il momento ancora più solenne: la tragedia si è trasformata in un’immagine silenziosa e senza tempo.
Il coltello è per terra, in penombra. Un calamaio è posato sopra uno spoglio mobiletto in legno sul quale David incide la sua dedica personale.
La morte di Marat è un’opera di grande impatto emotivo, che celebra la figura di un uomo politico e che allo stesso tempo, è un’opera che vuole essere un’icona della rivoluzione francese. Il dipinto è diventato un simbolo della Rivoluzione francese e ha influenzato l’arte e la cultura popolare per secoli.