Il 18 luglio è la giornata mondiale dedicata ad un importante uomo nella storia dei diritti dell’uomo: Nelson Mandela, politico e attivista sudafricano e dal 1994 al 1999 è stato presidente del Sudafrica.
“Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri”
La sua vita è improntata alla lotta contro la legge sulla segregazione razziale, chiamata ” l’ apartheid”, istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica: la suddetta legge proponeva lo sviluppo delle varie razze sociali, ma ciò doveva avvenire in modo separato; infatti c’erano svariate limitazioni:
- proibizione dei matrimoni interrazziali;
- era proibito avere rapporti sessuali con una persona di razza diversa, era un fatto penalmente perseguibile
- I cittadini dovevano essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali
- Si proibiva alle persone di colore (bantu, coloureds e in seguito asiatici) di entrare in alcune aree urbane;
- legge che proibiva a persone di colore diverso di utilizzare le stesse strutture pubbliche
- una serie di provvedimenti tutti tesi a rendere più difficile per i neri l’accesso all’istruzione;
- legge che costringeva la popolazione nera a poter frequentare i quartieri della gente bianca solo con degli speciali passaporti.
Agli albori del suo operato Mandela insieme ad Oliver Tambo, suo amico avvocato, fondarono l’ufficio legale Mandela e Tambo fornendo assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti senza un legale di rappresentanza; per questo motivo, nel 1956 venne arrestato per tradimento. Il processo che ne seguì duro alcuni anni, dopodiché tutti gli imputati coinvolti furono assolti.
Nel corso del tempo, l’apartheid assunse connotazioni ancora più drastiche, dovuto al Massacro di Sharpeville; dove furono ammazzate 70 persone durante una manifestazione pacifica.
In seguito a questo episodio Mandela scelse anch’egli la via armata per fronteggiare la crudele politica razzista.
Seguirono varie proteste capitanate proprio da Mandela, e da altri nomi riconosciuti, e di conseguenza venne nuovamente arrestato, era il 1962, ma questa volta verrà condannato a 5 anni di carcere.
L’arresto di Nelson Mandela, e di altri nomi coinvolti nelle proteste, fecero scatenare l’indignazione popolare, soprattutto perché furono tutti dichiarati colpevoli e condannati all’ergastolo.
“Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid”
queste le parole che Mandela griderà ai suoi sostenitori per i successivi anni di lotte. Mandela rimase in prigione fino al febbraio del 1990: le forti pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l’11 febbraio 1990, su ordine del Presidente sudafricano F. W. klerk, ormai alla veneranda età di 71 anni.
In questa nuova parte della sua vita, Mandela decise di concorrere contro De Klerk per la nuova carica di presidente del Sudafrica; e il 27 aprile 1994 vinse le prime elezioni democratiche, diventando il primo capo di stato di colore.
In linea con i suoi principi, e sulle spalle anni di lotta fatta dietro le sbarre, Mandela mantenne il suo proposito di debellare l’ideologia dell’ apartheid, trasformando così il Sudafrica in uno stato democratico, guadagnandosi per questo il rispetto di tutto il mondo.
Nel 1999 Mandela decise di abbandonare il suo ruolo di guida politica, nonostante ciò ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sostegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani, ricevendo per questo molte importanti onorificenze, tra cui il premio Nobel per la pace.
Nelson Mandela morirà 5 dicembre 2013 nella sua casa a Johannesburg all’età di 95 anni.