21 gennaio 1793, Luigi XVI viene condannato a morte, è la fine dell’assolutismo in Francia.
Non è stato certamente il primo sovrano ad essere condannato a morte, ma è il più famoso senza dubbio!
Il periodo anche, è tra i più famosi della storia: siamo in piena rivoluzione francese.
Luigi XVI, appena salito al trono, si dimostra un sovrano riformista: abolì la servitù della gleba, la pena di morte per diserzione, tasse imposte al popolo in favore dei nobili, dal principio ostili, tentò di migliorare le finanze, convoca gli stati generali e tanto altro.
Ma egli è un debole, non ha il carattere forte che gli permetterebbe di lottare per i suoi ideali e opporsi ai nobili.
È li per volere del destino, si trova seduto su di un trono che era destinato a qualcun altro: suo fratello, Re Luigi XV,detto il Beneamato.
Luigi XVI non può opporsi al cambiamento sociale in atto
Non bastano le riforme fatte dal re per risollevare la situazione economica della Francia, le manovre politico-economiche non hanno funzionato, il popolo si rivolta.
Le difficoltà fiscali del paese erano cominciate a causa dall’intervento militare, vittorioso ma costoso, nella guerra d’indipendenza americana.
Il 14 luglio 1789 i cittadini prendono d’assalto la Bastiglia, ultimo baluardo del poter del re, ha inizio la grande rivoluzione francese.
Re Luigi XVI, pur se riformista su diversi aspetti, è uno strenuo sostenitore dell’assolutismo, del potere del re, della sua superiorità rispetto agli altri; per quanto possa aver tramato per cercare di contenere la situazione, ormai il cambiamento è in atto.
Il punto di non ritorno si raggiunge il giorno del primo anniversario della presa della Bastiglia, quando davanti a centinaia di sudditi, Luigi XVI alza la mano destra di fronte all’altare della Patria e giura fedeltà alla nuova Costituzione.
La gente si convince che la rivoluzione abbia avuto successo per il fatto di avere dalla propria parte il sovrano.
In realtà, il re scrive al cugino, il re di Spagna, una lettera nella quale ripudia il suo gesto;
“Giuro a me stesso, ai miei figli, a tutta la mia famiglia di far si che l’autorità regia, confermata nella mia linea dinastica dalla prova del tempo, non sarà diminuita sotto alcun aspetto”.
La condanna a morte
Il 20 gennaio, Luigi XVI condannato a morte, in quanto “colpevole di cospirazione contro la libertà pubblica e di attentato contro la sicurezza generale dello Stato”.
Presso l’odierna Place de la Concorde, di fronte alle Tuileries, la mattina del 21 gennaio Luigi XVI pronuncerà il suo ultimo discorso:
“Popolo, io muoio innocente! Perdono i miei nemici e desidero che il mio sangue sia utile ai francesi e plachi la collera di Dio”.
Dopodiché viene messo a morte tramite ghigliottina.