Sul lungomare di Napoli, nei pressi di Piazza Vittoria e all’inizio di via Partenope, svetta la Colonna Spezzata sul suo basamento bianco. Si tratta di una colonna di epoca romana spezzata nel mezzo, fatta di marmo cipollino e caratterizzata da sfumature verdi e grigie. Tutti i napoletani la conoscono, ma pochi ne conoscono la storia.
La colonna risalirebbe al I secolo e proverrebbe dal teatro romano dell’Anticaglia. Fu ritrovata agli inizi del XVII secolo vicino al Duomo nel corso di uno scavo che aveva come fine il fortificare le fondamenta del campanile. Inizialmente l’Arcivescovo Ascanio Filomarino la promise ai Deputati del Tesoro di San Gennaro affinché vi ponessero sopra una statua del Santo Patrono della città. Il successore di Filomarino, il cardinale Inicio Caracciolo, non rispettò l’impegno e la regalò invece a Pietro D’Aragona. Il vicerè la donò a sua volta ai frati Teatini, intenzionati a porre la colonna nella piazza antistante la loro chiesa e a mettere sulla sua sommità una statua di San Gaetano. Il progetto tuttavia incontrò le opposizioni dei cittadini, in particolare del proprietario di un palazzo adiacente alla chiesa, un tale Agostino Pisani, preoccupato che bastasse una scossa di terremoto a far cadere sia la statua che la colonna stessa. Le perplessità di Pisani furono accolte dal tribunale e i lavori furono bloccati. I frati Teatini furono quindi costretti a riseppellire la colonna che fu dimenticata per altri duecento anni.
Il basamento su cui è posizionata oggi la Colonna Spezzata fu costruito invece nel 1867 come punto d’appoggio di un monumento che commemorasse l’ammiraglio Francesco Caracciolo. Si tratta di una figura importante nella storia partenopea a cui è stato dedicato il lungomare della città. Caracciolo inizialmente era un alto ufficiale della flotta borbonica, ma quando fu proclamata la Repubblica Napoletana scelse di servire quest’ultima. A causa di questo tradimento fu tra i primi patrioti ad essere giustiziato, morendo impiccato all’albero della fregata Minerva, il 29 giugno 1799.
Tuttavia, la realizzazione del monumento dedicato a Caracciolo fu bloccata dalla mancanza di fondi. In seguito a tramontare, sempre per mancanza di fondi, fu anche un altro progetto che prevedeva la costruzione di una statua bronzea per la base di marmo, un monumento ai caduti della battaglia di Lissa. La battaglia in questione fu il primo grande scontro, avvenuto durante la terza guerra d’indipendenza italiana, al largo dell’omonima isola sul mar Adriatico.
Nel 1914, si decise di porre sulla base di marmo proprio quella colonna romana dimenticata che giaceva da tempo nei depositi del Museo Archeologico Nazionale insieme ad altre opere. Il trasferimento della Colonna Spezzata che pesava circa duecento quintali, avvenne grazie allo sforzo di ben sedici cavalli. Il monumento venne così dedicato ai caduti del mare.