La castrazione chimica è una pratica preposta a ridurre con l’ausilio di medicinali, tra cui il massimo esempio è rappresentato dal Medrossiprogesterone acetato (Depo Provar il nome farmaceutico), la libido maschile e tutte le pulsioni sessuali del genere di appartenenza iniettando una sostanza che porta in circolo ingenti quantità di ormoni femminili.
Ad oggi la castrazione chimica rappresenta un atto a cui quasi più nessuno si sottopone volontariamente. Celebre fu il caso di Alan Turing, matematico britannico, che nel 1948 si sottopose all’intervento in totale consapevolezza al fine di testare il farmaco ancora in via sperimentale. Per lui l’iniezione intramuscolare dell’antenato del Depo Provar fu letale: morì infatti nel 1954 per concause successive all’operazione.
Oggi la Camera dei Deputati ha respinto in maniera piuttosto decisa la proposta di legge della Lega che, dopo la vittoria netta circa l’introduzione di una legge che tutela la legittima difesa in Italia, sull’onda dell’entusiasmo ha provato a rincarare la dose con un provvedimento molto caro a Matteo Salvini.
La Camera si è espressa con ben 383 voti contrari a fonte dei 126 favorevoli ed un’astensione. Nella pratica la votazione si è così stratificata: da una parte i sostenitori della Lega e Fratelli d’Italia e dall’altra l’ostilità del M5S per i cui afferenti “la castrazione chimica non può essere una soluzione ai reati di pedofilia e stupro”. Lo stesso Luigi Di Maio si è mostrato preoccupato per la “deriva ultradestra della Lega”.
Maria Stella Gelmini, ex Ministro dell’Istruzione e attuale presidente dei deputati di Forza Italia, ha attaccato l’emendamento di cui si è oggi discusso alla Camera e nondimeno coloro i quali avevano intenzione di avallarla al Senato. “Convoglio sovranista e deragliato”, ha sentenziato Gelmini, il cui pensiero si traduce nella “corsa alla poltrona Salvini-Meloni che fanno a gara a scavalcarsi in una destra che è destinata a schiantarsi contro i numeri”. Piccata la risposta di Giorgia Meloni che ha invitato la collega a “guardare in casa propria”.
La castrazione chimica, ad oggi, rappresenta all’interno dei paesi appartenenti all’UE una pratica intollerabile e che non troverebbe mai consensi nel senso in cui viene intesa da Salvini e colleghi che vorrebbero proporla come prassi routinaria ed obbligatoria da prefiggersi per i casi di violenza sessuale e pedofilia.
La castrazione chimica è stata recentemente utilizzata in Europa solo da Finlandia, Germania e Belgio in via del tutto esclusiva per coloro che rifiutano consensualmente la pena detentiva.