Bomba atomica: Il 9 agosto 1945 l’equipaggio del Boeing B-29 Superfortress, aereo militare statunitense progettato per attaccare gli obiettivi di terra salì in volo con a bordo la bomba atomica. L’obiettivo era quello di arrivare a Kokura, punto scelto per la missione. La presenza di nubi rese però difficoltosa l’individuazione dell’obiettivo e dopo diversi giri sopra la città, ormai a corto di carburante l’aereo venne dirottato sull’obiettivo secondario, Nagasaki. Intorno alle ore 07:50 locali, il silenzio sulla città giapponese venne interrotto dall’allarme aereo che durò fino alle 08:30. Alle 10:53 i sistemi radar giapponesi segnalarono la presenza di solo due bombardieri e il comando giapponese, ritenendo che si trattasse solo di aerei da ricognizione, non lanciò l’allarme.
Verso le ore 11:00, l’aereo militare, individuato come aereo di ricognizione, sganciò degli strumenti contenenti dei messaggi rivolti ad un professore e fisico nucleare dell’ Università di Tokyo perché informasse la popolazione del pericolo che incombeva sulle loro teste. I messaggi vennero ritrovati dalle autorità militari, ma non furono consegnati al destinatario.
Intorno alle ore 11:02, il capitano dell’aereo avvistò il nuovo obiettivo, che era ancora una volta coperto dalle nubi. Impossibilitati a tornare indietro, rischiando un ammaraggio per mancanza di carburante con un’arma atomica a bordo, decise, di accendere il radar in modo da individuare l’obiettivo ad ogni costo. La bomba atomica, contenente circa 6,4 kg di plutonio-239, venne sganciata sulla zona industriale della città. La bomba esplose a circa 470 m d’altezza a quasi 4 km a nord-ovest dal punto in cui era stato originariamente previsto l’impatto. Quest’errore fu decisivo per salvare la vita a molte persone.
Nonostante ciò il numero delle perdite fu notevole. Le stime sul numero dei morti all’istante variano da 22.000 a 75.000 persone. Circa 35000 dei 240000 residenti a Nagasaki vennero uccisi subito dall’impatto e oltre 55000 rimasero feriti. Un alto numero di giapponesi morirono poi di cancro o di malformazioni alla nascita, tutte conseguenze a lungo termine dell’atomica. Morirono in totale 80000 persone, comprese quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti.