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Ken Loach: solo l’amore per il cinema può salvarlo

Ken Loach, regista, attivista e politico britannico, figlio di operai, proprio ieri in collegamento con Gian Luca Farinelli – direttore della Cineteca di Bologna – ha manifestato quanto questo lockdown, un po’ fisico, un po’ figurato, sia stato per lui un momento di fermo anche per gli stimoli per progetti futuri.

Queste le parole del regista Ken Loach: “Sono stato in lockdown per quasi un anno, mi sento come una vecchia automobile arrugginita ferma in garage che non sa più se potrà ripartire. Ho una certa età e non so se avrò voglia ed energia di fare un altro film, anche se Paul Laverty, il mio sceneggiatore che è più giovane e pieno di idee, mi sprona sempre”.

Si tratta di quanto dichiarato da un artista che ha vissuto il cinema come “mezzo comunicazione” quale dovrebbe essere e non come prodotto. Il concetto è rimarcato da lui stesso anche nella conversazione tenutasi con Farinelli, quando dice che “Chi ama il cinema non come un prodotto commerciale, ma come un mezzo di comunicazione, tornerà in sala, ma sopravviveranno solo le piccole sale proprio come il teatro è sopravvissuto all’avvento della televisione.

Diverso per i grandi multiplex nei quali si proiettano ormai solo Blockbuster che adesso vengono distribuiti in streaming. Loro avranno maggiori problemi. I ragazzi vedono i Blockbuster anche sul telefonino e poi in casa ormai ci sono schermi giganti dove si può vedere tutto in grande qualità”.

I lavori che ha sempre presentato hanno avuto al centro dell’attenzione temi semplici, storie di vita quotidiana, di gente che lavora e affronta i problemi che possono derivare dal lavoro o dalla casa – che è il tetto che ci si guadagna per avere un posto “dove educare i propri figli”.

Ken Loach grazie alle sue opere ha vinto nel tempo premi di notevole importanza quali le due Palme d’oro per “Il vento che accarezza l’erba” e il Pardo d’onore per “Io, Daniel Blake”.

Gilda Caccavale
Gilda Caccavale
1996 - Laureata e specializzanda in scienze politiche. Da sempre appassionata di scrittura nella sua potenzialità di condividere e trasferire sottili intuizioni e prospettive, o irripetibili combinazioni dell'essere. Fermare la "visione" significa assistere l'evoluzione, e m'illumina d'immenso!