In Italia il 19 gennaio 2007 accade un fenomeno molto insolito per la stagione invernale, il quale ha fatto drizzare le antenne agli studiosi del clima: infatti in tutta la penisola, ma principalmente nell’Italia del nord le temperature massime raggiunsero valori praticamente estivi: in provincia di Cuneo sono stati toccati i 29°C.
A Torino vennero raggiunti i 27°C, ad Aosta 22°C e nelle vallate alpine del Piemonte le massime superano abbondantemente i 25°C. La temperatura più alta registrata è stata toccata nella località di Brossasco (CN), con 29,4 °C, una temperatura superiore alla media delle massime di luglio. In questo periodo, la media delle massime è prossima ai 3 °C. Bolzano ha toccato 21,8 °C, Milano-Linate 20,3 °C, Malpensa 23,1 °C, Piacenza 23,8 °C, Parma 23,5 °C, Bologna-Borgo Panigale 19,6 °C, Ancona-Falconara Marittima 22,8 °C, Bari e Lecce con 23,2 °C e 21,2 °C il giorno 20, infine a Capo San Lorenzo nel comune di Villaputzu in Sardegna 25,2 °C il giorno 21.
Questo fenomeno ha allarmato, con giusta ragione, gli agricoltori perché le fioriture si sono anticipate ampiamente come fosse aprile. Quest’evento meteo estremo arrivava peraltro dopo un avvio di inverno davvero anomalo, senza praticamente neve sull’Appennino e con temperature sopra la media stagionale.
Questo evento meteorologico è legato alla tempesta Kyrill, una violenta depressione che fra il 15 e il 19 gennaio 2007 ha colpito l’Europa settentrionale, richiamando sul Sud Europa correnti anticicloniche molto calde scatenando un effetto Fohn. Venti secchi e molto caldi discendono dai versanti meridionali delle Alpi, portando l’estate in Piemonte ed altre regioni del Nord.
Spirando un vento molto secco, oltre che caldo, aumenta fortemente il rischio incendi, oltre che un fortissimo aumento delle temperature.
Questo fenomeno, oltre ad essere un fenomeno curioso, ha portato – come già detto in precedenza- danni all’agricoltura, ma ha fatto anche vittime, per la precisione 44. Con venti che hanno raggiunto la velocità di 225 km orari sui monti della Svizzera in corrispondenza del ghiacciaio Aletsch. Gran parte delle vittime sono state colpite da alberi abbattuti dalla furia del vento.
Non sono mancati disagi ai trasporti, con l’interruzione dei servizi di traghetto nel mare del Nord e nel canale della Manica, bloccato il traffico dei treni in Olanda e Germania, con migliaia di passeggeri costretti a rifugiarsi nelle stazioni ferroviarie.