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Ischia: domande NASPI demandate a Matera

Ischia, le domande relative all’indennità di disoccupazione, ossia la cosiddetta Naspi, sono circa novemila.

La nuova assicurazione sociale per l’impiego, Naspi, è l’ammortizzatore sociale voluto dal Jobs Act che dal 1° maggio 2015 ha sostituito i sussidi finora stanziati per i lavoratori dipendenti disoccupati, ovvero Aspi e Mini-Aspi.

L’isola d’Ischia dispone di una sede INPS, la quale però, secondo quanto si apprende negli ultimi giorni, dirotta le domande NASPI, alla sede di Matera. Pur essendoci una sede INPS nella “vicina” Pozzuoli, tutte le domande presentate ad Ischia, che non sono poche, vengono date alla sede presente appunto a Matera, attuale capitale della cultura.

La sede INPS di Ischia, non è un fiore all’occhiello dell’isola, in quanto, si contraddistingue da sempre, per mancanza di personale, e comportamenti da parte di chi vi opera, quantomeno discutibili.

Dunque, in riferimento alle domande di indennità NASPI, spostate a Matera, aumentano a dismisura gli interrogativi cui i cittadini di Ischia, vorrebbero fosse data una risposta. Una domanda di disoccupazione può essere respinta, ciò è risaputo, ed in tal caso sarebbe complicato esserne informato o informarsi sulla questione, essendo demandata in terra lucana, e quindi oggettivamente distante da Ischia.

Ischia ha una propria sede INPS, la quale dovrebbe garantire che tutti i servizi a disposizione dei cittadini e dei lavoratori, vengano trattati, senza necessità di essere smistati in altri luoghi, causando non pochi problemi.

Si tratta di una situazione incresciosa che dev’essere risolta quanto prima, soprattutto affinchè tutti coloro che hanno presentato domanda per ricevere la cosiddetta indennità di disoccupazione, possano ricevere quanto gli spetta, senza doversi recare fuori dal proprio territorio di residenza e senza incorrere in problemi burocratici o di mal funzionamento.

Una condizione problematica, in particolar modo per i cosiddetti lavoratori stagionali, che utilizzano il sussidio quotidianamente, per vivere, insomma, come se fosse un vero e proprio stipendio.

Una problematica grave, che le istituzioni a livello locale e regionale, devono risolvere, si spera rapidamente.