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Isabella de’ Medici, la “Leggenda Nera”

La brillante storia della casata de’ Medici di Firenze ha visto spesso le donne al centro dell’attenzione, in maniera del tutto positiva, ricoprendo anche un ruolo importante, sebbene raramente decisivo dal punto di vista politico. La loro importanza è spesso stata attestata in ambito letterario, o più in generale culturale, basti pensare ad esempio a Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo de’ Medici, grande poetessa conosciuta e operatrice culturale.

Spesso queste figure sono uscite di scena in modo sereno, altre volte tragicamente, altre volte ancora la loro dipartita è stata oggetto di ricostruzioni discordanti da parte degli storici. Molte di esse furono così amate che la loro dipartita fece tanto scalpore da delineare l’inizio di vere e proprie leggende riguardo plausibili omicidi.

Un caso particolarmente noto ed attestato è quello inerente la figura di Isabella de’ Medici. Nata a Firenze nel 1542 e figlia prediletta di Cosimo I granduca di Toscana e di Eleonora di Toledo, Isabella de’ Medici fu una donna dotata di una bellezza fuori del comune, nonché una delle donne più colte della sua epoca, tanto da conoscere due lingue, spagnolo e francese, oltre il latino e il greco antico, aveva anche capacità innate dal punto di vista musicale, suonava con talento, componeva madrigali.

La sua vita svolta all’età di quattordici anni, quando venne data in moglie al rampollo di una potente famiglia romana, abile in battaglia, ma affatto dotato di bell’aspetto: Paolo Giordano Orsini d’Aragona, munifico, ma perennemente indebitato a causa di campagne militari, che assorbivano completamente il suo tempo.

Costui fu duca di Bracciano, ma seppur avesse fatto abbellire il castello di famiglia, a causa della volontà dell’ormai vedovo Cosimo I restarono a vivere all’interno della propria dimora sita in via Larga (oggi via Cavour) a Firenze.

Isabella de’ Medici fu subito una figura di spicco per la diplomazia della Firenze medicea, ciò ebbe una vera e propria istituzionalizzazione grazie alla vera e propria consacrazione ottenuta nel corso di due eventi ufficiali, il matrimonio del fratello Francesco con Giovanna d’Austria e la cerimonia di investitura papale di Cosimo I a granduca di Toscana. Sempre in compagnia del padre negli eventi pubblici, il protocollo del cerimoniere pontificio riservò ad Isabella, in queste occasioni, l’ingresso solenne dopo quello del padre, privilegio precedentemente concesso solo a sua madre.

Ma i talenti della giovane non rimasero racchiusi all’interno della città fiorentina, perché la stessa fu in grado di detenere e mantenere rapporti epistolari con tutte le figure di spicco più in vista del periodo. Fu una donna particolarmente coraggiosa e di vedute moderne, tanto da utilizzare il suo prestigio per salvare alcuni personaggi invisi all’Inquisizione. Ella fu altresì sincera amica della veneziana Bianca Cappello, discussa seconda moglie del fratello Francesco, andando contro l’ostilità della corte medicea.

Fu tanto brillante quanto colta, ella animò il salotto letterario più in vista di tutta la Toscana dell’epoca, riuscendo a riunire figure di spicco tra letterati, musicisti e artisti, che in molti le offrirono in dono le proprie opere, raffigurazioni della stessa come della della sapienza. Ella fu anche in grado di incoraggiare nuovi talenti ad emergere, è questo il caso di Maddalena Mezari, detta “la Casulana”, celebre madrigalista del Cinquecento.

Pubblicamente la sua vita sembrava essere perfetta ed invidiabile, ma quella che è la sua vita privata risulta invece essere insoddisfacente quanto perfettibile. Il rapporto con Paolo Giordano Orsini, padre dei suoi due figli, fu freddo e scabroso, come si evince dalla corrispondenza epistolare, perché condizionato dalla passione dell’Orsini per l’amante, Vittoria Accoramboni.

Quando la vita della brillante Isabella si spense improvvisamente, il 16 luglio del 1576, all’interno della villa medicea di Cerreto Guidi, alimentando l’ipotesi dell’uxoricidio. Paolo Giordano Orsini venne accusato di aver strangolato la consorte accecato dalla gelosia per un suo presunto tradimento con il cugino Troilo Orsini, oppure, secondo alcune fonti, perché ancora innamorato della sua amante.

Contiguamente alla morte della giovane donna, nacque la “leggenda nera” di Isabella de’ Medici, donna stupenda ed accerchiata da uomini dalla mente eccelsa, con i quali avrebbe avuto rapporti tutt’altro che amichevoli, concedendosi ai piaceri della carne fino a tarda notte, fatto sta che, secondo la leggenda, ogni volta che il marito si fosse allontanato, lei si sarebbe recata al Castello Odescalchi di Bracciano, dove, dopo aver trascorso la notte con gli amanti, li avrebbe eliminati gettandoli nella calce viva.

La fama di ammaliatrice fu invece originata da alcuni libelli calunniosi di fuoriusciti fiorentini, Isabella mantenne in vita una condotta irreprensibile, grazie anche all’aiuto del premuroso padre, Cosimo I, sempre preoccupato dai possibili pettegolezzi causati dalle sue frequentazioni maschili.

Anche la versione dell’assassinio per mano dell’Orsini è stata smentita, Isabella morì di morte naturale, a seguito di un lungo stato febbrile.

Isabella viene tuttavia ancora oggi ricordata ed apprezzata a causa delle sue doti artistiche spiccate e della sua straordinaria intelligenza, testimone di tutto ciò resta solo una composizione musicale per liuto, l’unica sua opera nota, di cui, di seguito, sono riportati dei versi di particolare importanza, che se letti al contrario inneggiano alla vita

Lieta vivo et contenta

Dapoi che ‘l mio bel sole

Mi mostra chiari raggi come suole.

Ma così mi tormenta

S’io lo veggio sparire

Più tosto vorrei sempre morire

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II