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Intervista a Bruno Fusco

Per i fruitori del nostro giornale, l’intervista del XXI SECOLO a Bruno Fusco, autore della poesia “’O Virus”, divenuta popolare in questo periodo di forte preoccupazione.

Potrebbe, gentilmente, descrivere ai lettori lei chi è e cosa fa nella vita?

Mi chiamo Bruno Fusco, mi sono diplomato in arte al Filippo Palizzi nel lontano 1983, sono nato nel 1965 e ho qualche capello bianco. Attualmente sono disoccupato, ma mi diletto nella scrittura di testi teatrali, poesie e canzoni.

Da cosa è nata la spinta a scrivere quest’opera?

La poesia “’O Virus” nasce dall’osservazione delle manie odierne che, spesso, rappresentano il termometro della qualità dell’informazione.

Quali sono i contenuti ed il significato della poesia? E a chi si rivolge?

Ho adottato le rime baciate, per puro gioco di stile. Amo scrivere in dialetto e ho i miei modelli, da Bovio a Russo, da Viviani a Totò. Attualmente non ho grandi riferimenti, direi che sopperisco alla mancanza con una malinconia operativa e di scrittura. Le mie poesie non hanno un pubblico fisso o che riconosco mio, di solito sono gli altri che si riconoscono nelle mie poesie.

Qual è la sua posizione nei confronti del copyright e dei diritti d’autore, legati all’utilizzo della sua opera?

Non possiedo un’opinione certa. Ritengo che i nuovi mezzi di comunicazione sfuggano al controllo. Di sicuro, le opere dell’ingegno avrebbero bisogno di una tutela maggiore. Per quanto mi riguarda, basterebbe mi citassero quando copiano i miei scritti: non solo poesie, ma anche testi teatrali e monologhi di cabaret. Qualche volta succede ma, se dovessi considerare di vivere solo di parole, la situazione attuale non sarebbe delle migliori.