Il consigliere Carmine Sgambati durante il sue intervento al consiglio comunale della Città Metropolitana di Napoli denuncia una persecuzione ai danni della sua persona e del suo staff da parte dei più alti vertici dell’amministrazione comunale.
Una persecuzione che negli scorsi giorni ha raggiunto la sua massima espressione con il licenziamento di una sua stretta collaboratrice.
Una persecuzione perpetrata a suo danno, continua il consigliere Sgambati nel suo intervento di oggi, per avere apertamente dimostrato il suo dissenso all’ amministrazione, per avere posizioni politiche non gradite a Palazzo San Giacomo.
Un macchiettistico regime totalitario, secondo il consigliere Sgambati, che si oppone in modo poco ortodosso a coloro che non concordano con le decisioni prese. Un atteggiamento che potrebbe destare anche ilarità, se non fosse che si gioca con un post di lavoro, con uno stipendio,con la vita di una persona che non ha colpe. Atteggiamento ancora più grave in un periodo storico,quello del post covid, in cui si cerca di assumere e non di licenziare.
Si rivolge ai giuristi in aula, al vicesindaco, Enrico Panini, chiedendo se è corretto difendere solo una parte dei lavoratori e non la loro totalità, girando il volto da un’altra parte dinanzi ad un atto scellerato come il licenziamento della sua collaboratrice.
Il consigliere Sgambati, però, non si lascia intimidire e continua la sua critica all’amministrazione comunale sottolineando anche i problemi al bilancio del capoluogo partenopeo, dichiarando come nell’attuale amministrazione della città si tenda a nascondere sotto mentite spoglie quello che è a tutti gli effetti un prestito.
Riducendo la politica napoletana e l’amministrazione della città a propaganda e ritorsioni verso gli oppositori.
Conclude con un affondo alla persona del sindaco Luigi De magistris, accusandolo di poca coerenza tra le parole e i gesti.
De Magistris sarebbe un sindaco che, secondo il consigliere Sgambati, da un lato millanta unità, amore è retorica del perdono per poi firmare sull’onda di sentimenti tutt’altro che positivi un licenziamento.
L’amministrazione De Magistri sarebbe, secondo le accuse del consigliere Sgambati, riconducibile, guardando ad un passato non troppo lontano, ad una dittatura come quella vissuta in Italia il secolo scorso.
Dinanzi a questi eventi, rincara la dose il consigliere, non c’è più dialogo che tenga e si rivolge alle altre forze politiche sperando che aprano gli occhi nelle prossime elezioni comunali.
E’ proprio con lo sguardo verso la prossima campagna elettorale che conclude il suo intervento, chiedendosi se la restaurazione che era stata promessa non sia finita solo male, ma scivolata verso qualcosa di marcio, che guarda a schemi di una politica vecchia e poco chiara.
Non si tirerà indietro il consiliere Sgambati che, anzi, si dice pronto a sottolineare senza nessun problema le eventuali problematiche che si presenteranno da qui alla fine di questa legislatura.