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Psicologia: come mai quando siamo imbarazzati arrossiamo?

L’ imbarazzo, uno stato emotivo che genera effetti evidenti, difficili da confondere, il più emblematico è proprio il rossore sulle guance.

Su questo fenomeno si sono pronunciati, nel corso del tempo, vari psicologi, presentando diverse ipotesi. Tra le più accreditate troviamo la spiegazione fornita da Charles Darwin nel 1872. Questi sosteneva che tendiamo ad arrossire quando consideriamo ciò che gli altri pensano di noi.

Psicologia: lo studio dei ricercatori dell’ Università di Amsterdam

Un’ altra ipotesi considera il rossore una conseguenza dell’ essere al centro dell’ attenzione altrui. Un recente studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B sostiene questa tesi: la reazione sarebbe innescata da un senso di autoconsapevolezza e non dalla percezione del giudizio altrui.

I ricercatori dell’ Università di Amsterdam hanno dato vita ad un esperimento volto ad approfondire il fenomeno. Il campione selezionato era prevalentemente femminile, 60 ragazze dai 16 ai 20 anni e solo due ragazzi.

Sentirsi osservati quando ci si sente in imbarazzo, un aspetto cruciale dello studio

L’ esperimento prevedeva la visione di filmati sotto scansione cerebrale, i partecipanti sono stati invitati a sorpresa ad esibirsi in un karaoke con un set di canzoni predefinite: Let It go (di Elsa di Arendelle), Hello di Adele, All I Want For Christmas Is You (Mariah Carey) e All The Things She Said delle t.A.T.u.

Le canzoni sono state scelte proprio per provare imbarazzo, inoltre le performance delle partecipanti sono state riprese.

Imbarazzo: risvolti interessanti

Dopo una settimana, le volontarie si sono recate in laboratorio e hanno visionato i filmati della loro performance mentre la loro attività cerebrale veniva studiata in risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Per generare maggiore imbarazzo, è stato detto loro che le altre partecipanti stavano guardando i loro video.

Le scansioni cerebrali hanno contraddetto l’ipotesi di Darwin, mostrando che il rossore corrispondeva ad una maggiore attività nel cervelletto.

Inoltre, si sono attivate anche delle regioni legate alla corteccia visiva, dato che le partecipanti all’esperimento prestavano molta attenzione alla loro performance.

Non è stata trovata alcuna attività nelle regioni coinvolte nel lavoro di mentalizzazione, cioè nell’ immaginare cosa stanno pensando gli altri in un dato momento.

Quindi da un punto di vista psicologico pare che si arrossisca perché ci si sente osservati e non perché si immagina il giudizio altrui. Chiaramente tale ipotesi andrà confermata su una popolazione più ampia di quella selezionata per lo studio.