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Il vaccino anti-Covid senza iniezione arriva da Napoli

Arriva da Napoli, in particolare dalla Nextbiomics, una domanda di brevetto per il vaccino anti-Covid senza iniezione.

La Nextbiomics, società di biotecnologie che si dedica alla ricerca e allo sviluppo di probiotici e spin-off dell’Università Federico II, avrebbe infatti ideato un sistema di immunizzazione differente.

Tale immunizzazione è diversa da tutte le altre. Non solo non necessita di alcuna iniezione ma non utilizza un vettore virale come l’Adenovirus. Questo sistema, infatti, punta a stimolare direttamente il sistema immune intestinale. 

Il vaccino anti-Covid senza iniezione: la parola agli esperti

Giovanni Sarnelli, professore di gastroenterologia della Federico II e CEO della Nextbiomics, ha spiegato: “il vaccino di Nextbiomics è simile rispetto agli altri già autorizzati in quanto stimola la risposta immune contro la proteina Spike che il Coronavirus usa per infettare le cellule, ma se ne differenzia perché utilizza come vettore un batterio probiotico già in commercio e largamente utilizzato“.

Questo nuovo sistema di immunizzazione presenta non pochi punti di forza. La somministrazione orale, infatti, non necessita né di strutture né di personale specializzato. Ciò ha un impatto significativo sui costi di gestione e allevia la pressione sulle strutture sanitarie pubbliche. In più, non è richiesto alcun sistema di refrigerazione.

Giuseppe Esposito, professore di Farmacologia dell’Università La Sapienza e co-fondatore di Nextbiomics, aggiunge: “i dati preclinici sul modello murino dimostrano che la somministrazione per cinque giorni a settimana, per un totale di 17 settimane, di Escherichia Coli Nissle ingegnerizzato è stata in grado di stimolare significativamente la risposta immune, con la produzione di anticorpi circolanti di tipo IgM e IgG, senza che fosse documentato alcun effetto collaterale e/o avverso“.

Sempre secondo le dichiarazioni del professor Giuseppe Esposito, questo sistema di immunizzazione stimolerebbe, inoltre, la produzione di anticorpi IgA. Tutto ciò sia a livello mucosale che intestinale e bronchiale, garantendo un’ulteriore protezione dall’infezione.

Le aziende farmaceutiche interessate, affinché si possa avviare una sperimentazione clinica, sono numerose.

 

 

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.